2. Il contesto urbanistico generale

2.1. Lo scenario dei nuovi strumenti urbanistici generali

Prima di illustrare gli elementi caratterizzanti il nuovo P.E.E.P. è utile chiarire entro quale scenario si è proceduto alla sua redazione.

A partire dal 1994, l'Amministrazione comunale si è posta l'obiettivo di ridefinire il quadro degli strumenti urbanistici comunali, che potesse in seguito approdare e riunificarsi nel nuovo Piano Regolatore Generale.

Per arrivare a questo risultato sono stati redatte (e poi portate od avviate ad approvazione), attraverso metodologie ed obbiettivi coerenti, alcune Varianti settoriali e di area del P.R.G., iniziando da quelle ritenute più urgenti per consentire l'avvio di alcune realizzazioni rispondenti ad un quadro complessivo ed organico, le quali consentissero di anticipare l'approvazione del nuovo Piano Regolatore Generale, richiedente sviluppi e verifiche più complesse e, conseguentemente, tempi certamente più lunghi.

Attualmente gli strumenti urbanistici di carattere generale adottati e, in gran parte, già approvati e vigenti nell'ambito comunale, risultano essere:

Tab. 1

Ambiti territoriali
Strumenti urbanistici
Adozione
Approvazione
Città antica
Variante generale di P.R.G.
1996
1999
Terraferma
Centro storico di Mestre
1991
1997
 
Zone A della Terraferma
1994
1997
 
Città giardino di Marghera
1994
1997
 
Variante alla residenza
1995
1998
 
Variante generale di P.R.G.
1999
-
Lido
Variante di P.R.G.
1997
2000
Murano
Variante di P.R.G.
1997
2000
Burano Mazzorbo Torcello
Variante di P.R.G.
1979
1981
Pellestrina
Variante di P.R.G.
1984
1994
S.Erasmo
Variante di P.R.G.
1997
2000
Porto Marghera
Variante di P.R.G.
1995
1999

Nel loro insieme tali strumenti urbanistici generali costituiscono, ad oggi, i punti di sintesi delle scelte pianificatorie dell'Amministrazione (anche se per alcuni di essi, di più antica approvazione, è prevista una prossima revisione), e quindi il riferimento per ogni strumento attuativo, programmatorio o provvedimento derivato ai sensi della normativa nazionale e regionale.

Nella progettazione dei singoli nuclei del nuovo P.E.E.P. è stato adottato un criterio univoco, che sarà più avanti richiamato, al fine di tenere in conto della eventuale sovrapposizione di previsioni e norme derivanti da diverse varianti, vigenti ovvero ancora in fase di salvaguardia.

Al punto successivo ci si limita al richiamo dei criteri che hanno determinato la definizione e il dimensionamento del P.E.E.P. nel suo insieme.

2.2. I riferimenti del P.E.E.P.

Ai fini della individuazione delle aree e del dimensionamento, ben diversa era la situazione in cui ci si è trovati ad operare al momento della redazione del primo Piano di Zona per l'edilizia economica e popolare ai sensi della legge 167/1962 rispetto ad oggi, quando tutti gli strumenti urbanistici generali vigenti risultano redatti ed approvati successivamente a tale legge.

Vanno innanzitutto precisati i due aspetti fondamentali derivanti dalle disposizioni di legge: gli ambiti territoriali di applicazione in relazione al quadro urbanistico generale di riferimento, ed il dimensionamento desunto dal calcolo del fabbisogno.

2.3. Gli ambiti territoriali di applicazione

Il P.E.E.P. comprende l'intero territorio comunale, sulla base del presupposto normativo costituito dalla legge 167/1962 e dalla legge urbanistica regionale 61/1985, e successive modifiche, le quali definiscono quali sono le aree da comprendere nei Piani di zona e in quale contesto vanno individuate. In particolare l'art. 3 della legge 167/1962, al comma 2, recita: "Le aree da comprendere nei piani sono, di norma, scelte nelle zone destinate ad edilizia residenziale nei piani regolatori vigenti, con preferenza in quelle di espansione dell'aggregato urbano".

A partire da questa indicazione sono già individuate, nella più recente strumentazione urbanistica generale comunale elencata al punto precedente (tab. 1), le aree costituenti il P.E.E.P.

Per la redazione del presente Piano sono state considerate quelle comprese nei piani urbanistici generali approvati, mentre, per quelli solo adottati, il riferimento rimane costituito dagli strumenti precedentemente vigenti nelle stesse aree. A seguito dell'attesa approvazione di ulteriori Varianti di P.R.G., il cui iter è attualmente in corso, il P.E.E.P. verrà eventualmente e conseguentemente adeguato.

Gli strumenti urbanistici generali di riferimento per il P.E.E.P. risultano essere, ad oggi, i seguenti, con le precisazioni in nota:

Tab. 2

Variante di P.R.G.
Adozione
Approvazione
Città antica
1996
1999
Centro storico di Mestre
1991
1997
Zone A della terraferma
1994
1997
Città giardino di Marghera
1994
1997
Variante alla residenza
1995
1998
Lido 1)
1997
2000
Murano 1)
1997
2000
Burano Mazzorbo Torcello 2)
1979
1981
Pellestrina
1984
1994
S.Erasmo 1)
1997
2000

1) L'edificabilità totale prevista dalle varianti vigenti prima del 1965, anno di approvazione del primo Piano di Zona ai sensi della legge 167/1962, è stata già da questo considerata ai fini del dimensionamento.

2) Per questo ambito la capacità edificatoria a scopo residenziale della V.P.R.G. vigente ancora inattuata è stata stimata, in occasione del dimensionamento del nuovo P.R.G., pari al 33% della previsione del fabbisogno totale, corrispondente ad un fabbisogno residuo di 103 nuovi abitanti.

2.4. Il calcolo del fabbisogno

La legge 167/1962, e successive modifiche, definisce all'art. 3 che "l'estensione delle zone da includere nei piani è determinata in relazione alle esigenze dell'edilizia economica e popolare per un decennio e non può essere inferiore al 40 % e superiore al 70% di quella necessaria a soddisfare il fabbisogno complessivo di edilizia abitativa nel periodo considerato".

Riguardo a questo aspetto - il calcolo del fabbisogno abitativo - ci troviamo, come ricordato, in una situazione diversa e più favorevole rispetto al primo P.E.E.P.

Il presente Piano può infatti agganciarsi ad un contesto strumentale definito di recente, almeno per la maggior parte del territorio interessato, la cui definizione è successiva sia alla normativa di settore (legge 167/1962 e leggi sull'edilizia residenziale entrate in vigore successivamente), sia alla legge urbanistica regionale secondo la quale il P.R.G., oltre che definire il fabbisogno complessivo di vani a scopi residenziali, delimita le aree da riservare ai Piani di zona per l'edilizia economica e popolare.

Con riferimento al calcolo decennale del fabbisogno residenziale complessivo e alla metodologia adottata per la sua determinazione, il presente Piano fa propri quelli delle Varianti recentemente approvate. Alla stima così determinata viene sommata la quantità corrispondente alla quota di edificabilità a scopo residenziale prevista dai piani approvati successivamente al 1965, ad oggi ancora inattuata.

Le Varianti recentemente approvate, oltre a definire complessivamente le aree con destinazione residenziale che rispondono al fabbisogno stimato, localizzano inoltre al loro interno - come richiesto dalla legislazione vigente - quelle riservate all'edilizia economica e popolare, le quali rappresentano quindi l'oggetto del presente Piano. Queste ultime concorrono, in particolare, a determinare la capacità di soddisfacimento della quota di edilizia economica e popolare compresa tra il 40% e il 70% del fabbisogno decennale complessivo di edilizia abitativa.

2.4.1. V.P.R.G. alla residenza e altre varianti della terraferma

Dalla relazione che accompagna la V.P.R.G. vigente per la terraferma si riporta la parte relativa alla metodologia e alle risultanze di calcolo del fabbisogno abitativo:

« In base all'approccio metodologico seguito, il termine fabbisogno è assunto qui nel significato non di "fabbisogno teorico", automaticamente derivabile dall'applicazione di un qualche standard, ma nel senso di "deficit" effettivo di nuove abitazioni, la cui entità non può essere univocamente determinata ma può variare in relazione sia ad ipotesi alternative di evoluzione e composizione della domanda, sia in relazione alle differenti opzioni di politica abitativa e territoriale attivabili all'interno dell'attuale quadro normativo-istituzionale.

Infatti, la politica abitativa può oggi avvalersi di una gamma complessa di canali di intervento (recupero agevolato/convenzionato incentivante l'affitto, contributi agevolati per l'acquisto della prima casa, integrazione fitti, mobilità programmata nel patrimonio pubblico, ecc.), i quali possono contribuire a promuovere un più equilibrato rapporto tra domanda e offerta, evitando che una parte delle abitazioni disponibili resti inutilizzata o sottoutilizzata o venga comunque sottratta al mercato abitativo.

A monte dell'individuazione del fabbisogno, o meglio della formulazione di un ventaglio di ipotesi-obiettivo, è quindi necessario ricostruire un quadro informativo articolato e complesso sulla domanda e sull'offerta abitativa.

Tenendo conto dei limiti della base informativa attualmente disponibile e della necessità di successive verifiche e aggiornamenti, si è cercato pertanto di elaborare un procedimento di calcolo del fabbisogno che rispondesse ai seguenti requisiti di:

  • esplicitare, per quanto possibile, tutti i principali elementi che concorrono alla individuazione del fabbisogno dal lato domanda (pregressa e futura) e dal lato offerta (interventi già programmati, alloggi che si rendono disponibili attraverso processi di mobilità nello stock, ecc.), tenendo distinte la componente sociale (edilizia sovvenzionata e agevolata/convenzionata) e la componente privata;
  • evidenziare il contributo di ciascuno dei predetti elementi alla valutazione finale del fabbisogno, in base ad ipotesi alternative di politiche abitative e territoriali;
  • rendere possibile la verifica e la modifica di ciascuna componente di calcolo in seguito all'aggiornamento della base informativa e/o al cambiamento delle ipotesi assunte.

Ipotesi alternative di valutazione del fabbisogno

Il fabbisogno abitativo, calcolato su un arco di tempo decennale, è individuato per differenza, sottraendo dalla domanda abitativa pregressa e futura (espressa sia dai residenti che dai non residenti, principalmente per motivi di studio e lavoro), gli interventi già programmati, sia di recupero che di nuova edificazione, nonché l'insieme degli interventi attivabili sul patrimonio esistente (alloggi liberabili con il soddisfacimento della domanda pregressa), tenendo comunque distinti, sia dal lato offerta che dal lato domanda, il comparto "sociale" (edilizia sovvenzionata e agevolata/convenzionata) e quello privato di mercato.

Assumendo come dati "costanti" la domanda pregressa e gli interventi già programmati, l'entità del fabbisogno (cioè gli interventi per nuove abitazioni da programmare) può pertanto variare in dipendenza di due principali variabili:

  • la dinamica dei nuclei demografici;
  • il riutilizzo del patrimonio abitativo esistente.
  • Per quanto riguarda la dinamica dei nuclei demografici sono state assunte tre ipotesi:
  • la prima (ipotesi A) corrispondente alla prosecuzione nel decennio di previsione al 2001 delle tendenze demografiche in atto;
  • la seconda (ipotesi B) corrispondente all'evoluzione demografica che si avrebbe per effetto delle sole componenti naturali (nascite e morti), che per comodità chiameremo ipotesi di "saldo migratorio nullo" (in pratica blocco dell'esodo dalla terraferma mestrina);
  • la terza (ipotesi C) tiene conto dell'aumento di domanda che consegue all'assunzione di un obiettivo di Piano volto al riequilibrio del peso demografico del Comune di Venezia nell'ambito dell'area metropolitana veneziana, assumendo una popolazione futura almeno pari a quella attuale (si ricorda in proposito che l'aumento della domanda è legata alla dinamica dei nuclei); tale obiettivo può essere conseguito in presenza di un bilancio migratorio positivo, che compensi il deficit nascite-morti o che lo riduca inducendo un ringiovanimento complessivo della struttura per età della popolazione (implicante maggiore natalità e minore mortalità), oppure anche con un saldo migratorio in equilibrio (come nella ipotesi B), ma comunque in grado di indurre, attraverso un adeguato ricambio di popolazione, il ringiovanimento della popolazione necessario ad azzerare il saldo naturale: poiché la componente migratoria svolge un ruolo determinante almeno nel medio periodo, definiamo questa ipotesi "trend migratorio positivo".

Per quanto riguarda il riutilizzo del patrimonio abitativo esistente si sono assunte due ipotesi.

Con la prima ipotesi di "massimo riutilizzo" vengono riutilizzati per soddisfare la domanda tutti gli alloggi liberabili a seguito del soddisfacimento della domanda pregressa (esclusa una quota del 25% legata all'eliminazione delle coabitazioni, a processi di accorpamento o eliminazione di unità immobiliari a seguito ad interventi di ristrutturazione, nonché a causa di cambiamenti di destinazione d'uso da residenziale a terziario così come regolamentati dalla normativa vigente); per rendere disponibili alla componente "sociale" della domanda gli alloggi privati liberabili, vengono ipotizzati adeguati interventi agevolati/convenzionati e/o acquisizioni al patrimonio pubblico.

Con la seconda ipotesi di "minimo riutilizzo" vengono riutilizzati, degli alloggi liberabili in seguito al soddisfacimento della domanda pregressa, solo quelli privati necessari al soddisfacimento della componente "non sociale" della domanda, tramite normali transazioni di mercato (sempre con esclusione di una quota del 25% per i motivi suddet ti).

Si sono pertanto ottenute sei combinazioni di ipotesi relative alla dinamica demografica e al riutilizzo.
 
Ipotesi alternative di valutazione del fabbisogno 1991-2001 (n° alloggi).

 
A1
A2
B1
B2
C1
C2
Fabbisogno
2400
5100
6900
7350
9700
9700
Riutilizzo sociale
3600
0
3400
0
3300
0
Riutilizzo privato
2200
3100
2400
5350
2500
5800
Eccedenza
0
2700
0
450
0
0
 
Ipotesi:
A1
trend migratorio attuale e massimo riutilizzo
 
A2
trend migratorio attuale e minimo riutilizzo
 
B1
saldo migratorio nullo e massimo riutilizzo
 
B2
saldo migratorio nullo e minimo riutilizzo
 
C1
trend migratorio positivo e massimo riutilizzo
 
C2
trend migratorio positivo e minimo riutilizzo

In base agli indirizzi posti dall'Amministrazione Comunale, le politiche abitative attivate e da attivare sono orientate: nel breve e medio periodo, al contenimento e al superamento dell'emergenza casa e, nel lungo, ad un incentivo della funzione residenziale che, contestualmente ai fattori di sviluppo dell'economia urbana, consenta un effettivo riequilibrio del peso demografico del Comune di Venezia nell'ambito dell'area metropolitana veneziana e quindi un'inversione di tendenza rispetto ai processi di decentramento residenziale, che hanno fortemente caratterizzato gli anni '70 e '80.

Questo obiettivo, che corrisponde all'ipotesi C.1 di valutazione del fabbisogno abitativo decennale (9.700 alloggi) e che appare a sua volta congruente con quanto espresso negli studi e nelle ricerche di settore per il Piano Territoriale Provinciale (1), potrà essere compiutamente e coerentemente perseguito solo nell'ambito della ridefinizione dell'intero assetto urbanistico comunale, attraverso la redazione di un nuovo P.R.G. che, com'è nei programmi dell'Amministrazione Comunale, ridefinirà anche il ruolo funzionale e la "forma urbana" della terraferma mestrina come parte integrata nel polo centrale dell'area metropolitana veneziana.

In questo quadro, la presente Variante rappresenta un supporto alle politiche abitative di breve e medio periodo, operando in particolare sull'offerta di aree (si pensi ad esempio all'urgenza di sbloccare la situazione determinatasi con l'esaurimento della disponibilità di aree P.E.E.P.) all'interno dell'attuale disegno urbano del territorio, razionalizzandolo e riqualificandolo.

Conseguentemente a tale indirizzo, essa si propone un dimensionamento di aree pubbliche e private tale da consentire il soddisfacimento di una quota pari almeno alla metà (circa 5.000 alloggi) dell'ipotesi-obiettivo di fabbisogno prescelta.

Il dimensionamento di Piano

In fase di progettazione della Variante al P.R.G., le indicazioni sottese all'ipotesi-obiettivo di fabbisogno illustrata nel precedente paragrafo sono state tradotte in adeguate scelte di dimensionamento, verificando l'effettiva disponibilità e trasformabilità delle aree e traendo un bilancio tra obiettivi di mantenimento e recupero della funzione residenziale, di riuso del patrimonio abitativo esistente e di miglioramento complessivo della qualità ambientale, urbana ed edilizia.

Le zone residenziali di Piano consentono una insediabilità (all'interno dei "lotti liberi" ancora presenti nel tessuto urbanistico-edilizio esistente e su nuove aree di espansione) per complessivi 15.905 nuovi abitanti, il 46,66% dei quali si localizza in aree di iniziativa pubblica. Da notare che i lotti liberi esistenti nelle aree di completamento sono stati individuati attraverso un'apposita indagine; l'insediabilità teorica risultante da tale indagine è stata valutata come effettivamente realizzabile al 75% del dato rilevato, per tener conto di situazioni di parziale sottoutilizzo ormai consolidate trattandosi di aree rese edificabili con l'originario P.R.G. approvato nel 1962 e, in parte, con successive Varianti, comunque precedenti l'approvazione della Variante Tecnica.

QUADRO DI SINTESI DELLE VARIANTI AL P.R.G. PER LA TERRAFERMA

ABITANTI INSEDIABILI PER ZONA DI P.R.G.

ZONA DI P.R.G.
Iniziativa privata
Iniziativa pubblica
TOTALE
 
 
 
 
 
v.a.
%
 
A (Centro Storico Mestre)
183
-
183
1.15%
 
A (Centri storici periferici)
189
-
189
1.19%
 
V.P.R.G. "Città Giardino"
8
-
8
0.05%
 
B2.1
17
-
17
0,11%
 
B2
10
-
10
0,06%
 
B3
813
-
813
5,11%
 
B di ristrutturazione
533
160
693
4,36%
 
C1.1
1.334
-
1.334
8,39%
 
C1.2
420
-
420
2,64%
 
C1.4
533
-
533
3,35%
 
C2
3.439
6.923
10.362
65,15%
 
Progetti Unitari
80
338
418
2,63%
 
Aree Strategiche
744
-
744
4,68%
 
E4
181
-
181
1,14%
 
TOTALE
v.a.
8.484
7.421
15.905
100,00%
TOTALE %
53,34%
46,66%
100,00%
 
 

Le nuove aree di espansione (Z.T.O. C2) rappresentano complessivamente il 65% dei nuovi abitanti insediabili, con 10.362 abitanti ripartiti in aree di iniziativa privata (3.439), e in aree di iniziativa pubblica (6.923).

I nuovi abitanti complessivamente insediabili sono 15.905. Va tenuto presente che, in seguito all'accoglimento delle osservazioni successive alla pubblicazione della Variante di Terraferma, tale cifra ha subito un incremento di 1.152 abitanti, per complessivi 17.057 nuovi abitanti.

2.4.2. Città antica

Non è stato previsto un aumento della popolazione attuale dal momento che l'arresto del calo demografico rappresenterebbe già un buon risultato.

L'aumento di 670 abitanti è stato calcolato in base al modesto incremento di volume consentito.

2.4.3. Altri piani successivi al 1965

Le altre Varianti di P.R.G., divenute vigenti successivamente al 1965, anno di approvazione del primo P.E.E.P., sono quella di Burano-Mazzorbo-Torcello, approvata nel 1981, quella di Pellestrina approvata nel 1994, quelle di S.Erasmo, Murano e Lido approvate tutte nel 2000.

Per la Variante di Burano-Mazzorbo-Torcello, di più antica approvazione, si è assunto un valore residuo pari al 33% della capacità insediativa stimata dalla relazione alla Variante, pari quindi a 103 nuovi abitanti. Per la variante di Pellestrina ne è stata recepita la capacità insediativa aggiuntiva totale corrispondente a 920 nuovi abitanti. Per la Variante di S.Erasmo si è tenuto conto delle modifiche intervenute in sede di approvazione, che hanno portato la previsione di nuovi abitanti insediabili a 134. Per la Variante di Murano, dove sono state stralciate in sede di approvazione alcune previsioni di espansione, rimane una capacità insediativa aggiuntiva totale pari a 142 nuovi abitanti, tutti in area P.E.E.P. Anche per la Variante del Lido, si è tenuto conto delle modifiche rispetto alla prima redazione dello strumento intervenute in sede di adozione e di approvazione, che hanno stralciato le zone di nuova espansione, comprendenti anche aree di iniziativa pubblica, mantenendo la sola capacità insediativa aggiuntiva in zone di completamento per 39 nuovi abitanti.

Complessivamente quindi la quantità prevista di nuovi abitanti insediabili, di cui il dimensionamento del P.E.E.P. deve tenere conto, è:

Tab. 3

Variante
nuovi abitanti
Città antica
670
Centro storico di Mestre
17.057
Zone A della terraferma
17.057
Città giardino di Marghera
17.057
Variante alla residenza e osservazioni
17.057
Burano-Mazzorbo-Torcello
103
Pellestrina
920
S.Erasmo
134
Murano
142
Lido
39
TOTALE
19.065

Rispetto alla domanda complessiva di 19.065 abitanti, deve essere soddisfatta in aree destinate ad edilizia economica e popolare una quota minima del 40%, pari quindi a complessivi 7.626 abitanti-vani.

Al raggiungimento di tale obiettivo, che rappresenta la quota di fabbisogno che deve essere soddisfatta nell'ambito dell'edilizia economica e popolare, concorrono i nuovi vani recentemente realizzati o in fase di approvazione a seguito di specifici programmi di intervento, i quali, in termini quantitativi e qualitativi, rappresentano realmente una quota di "offerta anticipata" assimilata alle caratteristiche dell'edilizia economica e popolare. Questi sono:

Programma di intervento
abitanti-vani
Programma di Recupero Urbano di Murano-Conterie
98
Piano Particolareggiato di S.Erasmo (1)
134
Programma di Recupero Urbano di Ca' Emiliani
298
Recupero edilizio a scopo residenziale dell'ex scuola De Nicola
60
Programma costruttivo ex art. 51 legge 865/1971 di Favaro Veneto
100
Programma di Recupero urbano di Bissuola Nord - via Buozzi
304
Programma costruttivo ex art. 51 legge 865/1971 di Bissuola Nord
96
Programma di Riqualificazione Urbanistica di Gazzera C2RS.78
85
Programma di edilizia convenzionata di Catene C2.37
140
TOTALE
1315

L'offerta su questo versante risulta complessivamente pari a 1.315 abitanti-vani. Il fabbisogno minimo da soddisfare all'interno dei nuclei del nuovo P.E.E.P. si riduce di conseguenza a 6.311 abitanti-vani. La verifica del dimensionamento complessivo delle aree per l'edilizia economica e popolare è evidenziata al successivo punto 3.3 e alla tab. 4.


(1) E.Barbiani e M.Toniolo, 1993, La residenza. Domanda e offerta per gli anni '90, Quaderno del P.T.P. n°13, Venezia

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Ultimo aggiornamento: 28/02/2020 ore 10:54