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Gigì è l'omonimo famoso racconto di Colette trasportato in musical dagli stessi autori di My Fair Lady (A. J. Lerner e F. Loewe) e coperto da una miriade di riconoscimenti tra cui nove premi Oscar. La storia è dolce e romantica, piena di buoni sentimenti e di arguta ironia. Gigì è una ragazza parigina allegra e spensierata ma destinata a diventare una cortigiana. Gaston è invece un annoiato e giovane viveur che conduce una vita gaudente fra locali alla moda e belle donne che però non lo divertono quanto la spontaneità e l'ingenuità di Gigì. La nonna e la zia di Gigì riescono alla fine a trasformarla in una ragazza raffinata, ma Gaston rimpiange la vecchia Gigì. Quindi tutto finito? No vivere con la nuova Gigì vuol dire comunque vivere sempre con la sua Gigì. E vissero felici e contenti.
A sessant'anni dalla nascita di questo musical (1958) ho pensato di riportarlo in Italia (a Broadway il suo revival è un grande successo!) e per la prima volta nella sua versione originale valorizzando (finalmente!) lo spartito di Gigì: una partitura raffinata, gradevole, allegra e orecchiabile e mai banale: Loewe con poche pennellate musicali ci riporta con straordinaria arguzia alle atmosfere parigine di primo 900. Altro punto di forza di questo Musical è il lusso dell'ambientazione e lo sfarzo dei costumi che sicuramente non mancherà in questa edizione in una rielaborazione immaginifica e con quel tocco di classe che sottolinea da tempo le nostre produzioni. Ma il lavoro non si è fermato ad una elegante messa in scena, bensì a valorizzare quelle che sono, a mio parere, i veri punti di forza di questo Musical: lo sviluppo e l'evoluzione dei personaggi e le tante, spettacolari scene di massa. Questa Gigì vorrei dunque che fosse, anche per voi, come respirare una boccata di aria pura.
Corrado Abbati