Cuore matto: istruzioni per l'uso | Incontri Università Tempo Libero
Il secondo incontro sarà il giorno
Cuore matto: istruzioni per l’uso
Relatore Francesco Di Pede, cardiologo
Nella nostra cultura il cuore è l’organo che tiene in vita tutto l’organismo, (la morte coincide con l’arresto cardiaco) e, poeticamente, è la sede delle nostre emozioni. Di conseguenza la malattia di cuore viene vissuta con una particolare carica emotiva di cui il cardiologo deve tenere conto nella gestione anche emotiva delle persone cardiopatiche o presunte tali. Per poter gestire al meglio la reale o presunta malattia cardiaca è di fondamentale importanza instaurare un corretto rapporto medico paziente basato sulla fiducia, sulla comprensione e sul rispetto dei ruoli. Nel tempo ho maturato la convinzione che quanto più il paziente è informato, non tanto su argomenti tecnici, quanto sul mondo ‘medico’, vale a dire su come si costruisce il sapere medico e su come questo sapere si trasforma nella cura del singolo paziente, tanto più si crea quell’alleanza medico-paziente che è alla base di tutto il processo di diagnosi e cura. La cultura medica si costruisce con processi lunghi, complessi e con l’impiego di risorse notevoli economiche ed umane. Si basa sull’osservazione clinica, sulla formulazione di ipotesi e sulla loro verifica con studi appositamente disegnati. La conferma o meno dell’ipotesi avviene con opportuni calcoli statistici (in genere i dati di uno studio vengono accettati se le probabilità che le conclusioni siano vere sono superiori al 95%). Si parla quindi di verità statistiche e non di verità assolute. Questo rende ragione del fatto che cure abituali, con il progredire della ricerca, possano essere modificate ed impone al medico di riconsiderare continuamente il proprio operato nel caso di comparsa di elementi dissonanti. Da queste premesse si comprende come il medico possa essere considerato un artigiano che nella diagnosi e cura delle persone si basa sui dati scientifici disponibili, con la consapevolezza della loro incompletezza, integrandoli con la personale sensibilità ed esperienza ed adattandoli al singolo paziente. Con l’invecchiamento della popolazione il medico deve affrontare pazienti con patologie complesse in cui la gestione della terapia, dei tempi di intervento e la valutazione delle priorità costituiscono l’essenza del trattamento. E non vi sono libri o protocolli che contengano tutte le informazioni necessarie. Valgono l’esperienza pratica, la sensibilità personale e la capacità di integrazione dei dati disponibili. In sintesi oggi la parte più complessa della medicina non è rappresentata dalla capacità personale di eseguire un intervento o di scegliere la terapia più appropriata, quanto la gestione complessiva del paziente nella sua interezza e complessità. Al di là di queste necessarie premesse saranno affrontate le problematiche legate alla prevenzione delle malattie cardiovascolari, all’importanza dell’aderenza terapeutica e le opportunità che offrono le nuove tecnologie.
Ingresso libero