“In crisi climatica”: “Dobbiamo aggiustare il mondo”
Giorgia Pagliuca, Green Influencer
Si definisce “dispensatrice di consigli non richiesti”, ma i suoi obiettivi sono chiari. E importanti: salvare il pianeta per salvare noi stessi. Spingendo tutti ad “attivarsi affinché si attivino anche gli altri”.
A 24 anni la torinese Giorgia Pagliuca, studentessa di Scienze Gastronomiche e dottoressa in Comunicazione Interculturale, è una delle green influencer più ascoltate e seguite in Italia, capace di misurarsi con temi di grande impatto, come sostenibilità, diritti umani, uguaglianza di genere, gastronomia a ridotto impatto ambientale.
Con i suoi oltre 30mila follower su Instagram (nome d'arte @ggalaska) è stata inserita anche al primo posto della top 10 del Sole 24 ore dedicata agli influencer che si occupano di ambientalismo.
Ora, col suo libro “Aggiustiamo il mondo. Diario di un’ecologista in crisi climatica“ (Aboca ed) spinge i lettori a riflettere su quello che ognuno di noi può fare per ridurre il nostro impatto sul Pianeta.
“Il sistema oppressivo che ha sfruttato finora le risorse a nostra disposizione ha portato a numerosi disastri ecologici. La consapevolezza è che non c’è alternativa. Non esiste un'altra strada o una seconda possibilità se vogliamo sopravvivere su questo pianeta. Non dobbiamo salvare soltanto la Terra, ma noi stessi, per allungare le prospettive di vita della nostra specie. Un mondo in cui ci sia aria pulita, assenza di microplastiche nelle acque, cibo non inquinato e disponibile per l'intera popolazione. Un luogo fatto di rispetto reciproco”.
I “consigli non richiesti” diventano così input da seguire: limitare quanto più possibile il consumo di carne, e in particolare la carne rossa, e degli altri derivati animali, tentando di virare su alternative vegetali. “Non cerco di veganizzare il mondo ma di far riflettere su quanto la produzione alimentare stia alterando gli ecosistemi“. E se dobbiamo essere attenti a ciò che mangiamo, lo stesso vale per ciò che indossiamo. “Dovremmo mettere a freno questo iper consumismo riflettendo ogni volta che stiamo per fare degli acquisti: mi serve davvero? Smettiamo di acquistare senza ragionare”.