Note di regia
“In tre zorni e in tre notti ho butà zo La casa nova”
Tre soli giorni per scrivere un capolavoro. Questa commedia, rappresentata nell’autunno del 1760, piacque non solo al pubblico e alla critica (Gasparo Gozzi ne parlò con entusiasmo nella “Gazzetta Veneta”) ma anche all’autore: “Credo che mi sia lecito di preferirla a molt’altre, e di collocarla nel numero delle mie dilette”.
La casa nova è una commedia d’ambiente in cui lo spazio poetico è occupato innanzitutto dalla vivacità dei dialoghi. I personaggi sono straordinarie creazioni linguistiche e la struttura drammaturgica è caratterizzata da un continuo “crescendo”, da un ritmo sempre più incalzante fino a diventare vertiginoso.
Ciò che più colpisce di questo capolavoro è il suo raffinato equilibrio; il commediografo risolve in un impeccabile contrappunto gli elementi drammatici e gli effetti comici. Ogni fase dell’intreccio, ogni elemento della vicenda, ogni motivo dell’impianto tematico sono perfettamente calcolati e sapientemente integrati.
C'è un gran movimento ne La casa nova. Un andirivieni agitato, frenetico, fra le cui pieghe s'intravedono i temi più significativi dell'ultima splendida stagione di Goldoni. Intorno alle dinamiche di un banale trasloco l’autore innesca una macchina drammaturgica perfetta, che mette in luce le smanie di arrivismo di una classe borghese strenuamente alla ricerca di un prestigio nobiliare che non le appartiene.
I temi della dissipazione, dell’interesse, dell’ipocrisia sociale, della crisi economica si fondono con l’orgoglio fatuo di una borghesia che ha perso ogni autocontrollo e dirittura morale. Una borghesia ormai schiava della cultura dell’apparire, smaniosa di ostentare finte ricchezze, in preda a un’ossessiva febbre del possesso e ormai dominata da una effimera follia.
Giuseppe Emiliani
Sinossi
Un affannarsi frenetico e confuso anima il mondo della casa "nova" Protagonisti della vicenda sono Anzoletto e Cecilia, novelli sposi alle prese con un oneroso trasloco. Cecilia è capricciosa, arrivista, amante dell'eleganza e del lusso. Anzoletto è debole, incapace di opporsi alle pretese della consorte. Le vicende della casa sono spiate con esplosiva curiosità dalla "serva" Lucietta e guardate con ostilità dalla sorella di lui Meneghina, a sua volta ansiosa d'una decorosa sistemazione con il suo amato Lorenzino, mentre garruli scrocconi e nobili spiantati danno inutili consigli su come arredare la casa, alla cui sistemazione si adoperano con laboriosa applicazione il capomastro Sgualdo e i suoi uomini. Dal piano superiore, osservano e spiano la vicenda Checca e Rosina, due sorelle curiose e pettegole, dalla condotta saldamente ancorata ai principî della buona borghesia, ma quasi inconsapevolmente affascinate dalla stessa voglia di cambiare. Sarà la sagacia della prima a sciogliere ogni intreccio, procurando l'intervento decisivo di Cristofolo, il parente ricco dai sani principi, che con la sua saggia laboriosità s'è costruito una fortuna. Sarà lui a pagare i debiti del nipote e a convincere i due sposi ad abbandonare la nuova casa, troppo grande e costosa per le loro finanze. Ma sarà lieto fine? O continuerà senza mai soste quella corsa frenetica e confusa?