#Dietrolequinte 6 - Scatole e buste
La corretta archiviazione delle fotografie richiede l’uso di custodie che proteggano le immagini e facilitino la consultazione dei documenti. Spesso, in passato, si utilizzavano prodotti non adeguati, destinati a rappresentare nel corso del tempo un’autentica minaccia per il deterioramento delle immagini. Anche il Fondo Giacomelli non fa eccezione. Per le lastre in vetro erano per lo più impiegate buste in carta traslucida, dette “glassine”; presentavano di solito un impasto di scarsa qualità, costituito da un insieme di fibre di differente provenienza e molta pasta meccanica da legno, con l’aggiunta di un trattamento a base di oli, resine o cere; tutte sostanze destinate a deteriorarsi provocando ingiallimento e acidità, con il frequente fenomeno dell’incollamento all’emulsione e un’irreversibile contaminazione chimica. Le scatole poi, per lo più riciclate dalle confezioni commerciali dei negativi, non si prestavano certo a finalità di conservazione.
Anche nel Giacomelli una ricollocazione protettiva dei materiali, quindi, rappresenta l’obiettivo principale da perseguire, accanto alle operazioni di inventario. Si tratta di elaborare un “piano” di acquisizione dei contenitori più adatti alle caratteristiche del fondo, a cui destinare la ricomposizione fisica dell’archivio sulla base delle evidenze di inventario, la ripartizione in formati e supporti, la coerenza dei committenti e dei soggetti. La normativa ISO 10214 del 1991 stabilisce le caratteristiche fisiche e chimiche dei contenitori, riassumibili in 4 punti: 1) assenza di acidi; 2) assenza di perossidi; 3) stabilità chimica; 4) presenza di una superficie leggermente ruvida. Per le lastre in vetro, abbiamo individuato la soluzione della busta in carta a 4 falde, un modello privo di parti incollate e facilmente adattabile allo spessore del vetro; con il vantaggio ulteriore che, per la consultazione, non è possibile estrarre la lastra senza prima averla appoggiata in piano. Per le scatole destinate a raccoglierle, abbiamo optato per contenitori rigidi in cartone telato, raccomandati dalla Fototeca di Bologna, fortemente isolanti e concepiti per disporre le lastre in senso verticale.