Venezia, centro del mondo. Arte, religione e politica nelle sculture esterne del Palazzo Ducale
Venezia, centro del mondo. Arte, religione e politica nelle sculture esterne del Palazzo Ducale, a cura di Antonio Manno
Fra il 1297 e il 1320 i membri del Maggior Consiglio aumentarono da poco meno di 400 a più di 1100. Questa ampia assemblea -il cui accesso era riservato alle famiglie nobili- era diventata il supremo organo legislativo di Venezia ed eleggeva i membri di altri consigli con funzione deliberativa. Il suo allargamento -consentendo la partecipazione alla politica dei nuovi ricchi- imprimeva una svolta cruciale al governo della Repubblica e segnava il definitivo predominio dell'aristocrazia sul popolo. Ma allargata la base del consenso, dal 1310 alla guerra di Chioggia (1377-1381), l'accesso di nuove famiglie al Maggior Consiglio venne bloccato. La decisione di erigere una nuova sala per ospitare l'organo supremo della attività legislativa veneziana, venne presa il 29 dicembre 1340, sotto il dogado di Bartolomeo Gradenigo. Subito dopo, nel 1341, iniziarono i lavori della prima fase di costruzione, terminata nel 1355 e condotta, in prevalenza, sotto il dogado di Andrea Dandolo (1343-1354), amico del Petrarca e autore di due cronache in cui si esalta la centralità del potere ducale -il dogeprincipe eletto da Dio per governare Venezia- e la sovranità del Maggior Consiglio. Le due facciate del Palazzo, completate lungo il lato occidentale durante la prima metà del XV secolo, costituiscono uno dei principali cicli scultorei gotici in Europa. Oltre ai tre affascinanti gruppi angolari, ai due balconi e alla famosa porta della Carta, sono stati realizzati 111 capitelli contenenti più di 600 figure. Si tratta di una delle più ricche testimonianze dell’arte veneziana. Personaggi biblici, segni zodiacali, re e imperatori, sapienti e legislatori, animali e creature mostruose, vizi e virtù, dame e cavalieri, si susseguono in un favoloso intrico di foglie e motivi decorativi. Ciò che a prima vista può sembrare indecifrabile e caotico, altro non è che una mirabile rappresentazione dell'universo e dell'opera creatrice di Dio ottenuta ricorrendo alle fonti storiche e scientifiche più autorevoli dell’epoca. Durante la conferenza si esamineranno i significati astrologici, religiosi e politici delle sculture esterne poste lungo lo spigolo sud-ovest del Palazzo. Tramite la loro interpretazione e le relazioni simboliche con le legano alla sala del Maggior Consiglio e al maestoso affresco del Guariento, si ricostruirà la visione cosmografica di questo straordinario ciclo figurativo che poneva Venezia al centro del mondo.
Antonio Manno
Urbinate e veneziano d’adozione. Storico dell’arte e studioso di iconologia; curatore di mostre sul Tintoretto, le chiese di Venezia e l’immagine di san Marco evangelista; ha pubblicato saggi e libri su artisti, monumenti, chiese, fortezze e sui mestieri di Venezia. Tra questi, oltre agli studi sui capitelli del Palazzo Ducale, si ricordano I tesori di Venezia, una guida approfondita sulla città, con oltre mille fotografie a colori e tradotta in cinque lingue, pubblicata da White Star e dal National Geographic, e Tintoretto. La Crocifissione nella Scuola Grande di San Rocco a Venezia, pubblicato da Marsilio e tradotto in inglese. Collabora con Studi Veneziani, rivista della Fondazione “Giorgio Cini”, dove - tra gli altri - ha pubblicato un saggio intitolato L’opera al nero di Livio Ceschin. Paesaggi veneti dalle Prealpi alla Laguna di Venezia.
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