I Censimenti
ll 1° Censimento della popolazione risale al 1861, anno di nascita del Regno d’Italia, per la necessità di acquisire informazioni sul numero di abitanti, suddivisi per sesso, età e stato civile.
Da quel momento in poi la cadenza decennale del censimento viene sempre rispettata, presentando di volta in volta novità e innovazioni, con uniche eccezioni nel 1891, per le difficoltà finanziarie del Paese, e nel 1941 a causa della guerra.
Al censimento del 1871 (Roma capitale d'Italia) sono rilevati i dati della popolazione presente, considerata a tutti gli effetti popolazione legale.
Nel 1936 l’operazione censuaria viene anticipata, secondo l'intenzione di rendere le rilevazioni a frequenza quinquennale, invece fu l’ultimo censimento prima della II guerra mondiale e il successivo viene realizzato nel 1951, a pochi anni dalla proclamazione della Repubblica Italiana (1946), insieme al primo Censimento delle Abitazioni.
Nel 2011 il Censimento che utilizza per la prima volta sistemi informatici per la rilevazione dei dati ed anche l'ultimo a cadenza decennale; dal 2018 il Censimento diventa permanente, con cadenza annuale; una combinazione di rilevazioni campionarie e dati provenienti da fonte amministrativa trattati statisticamente.
Il Censimento del 2020 non fu effettuato a causa della pandemia da SarsCovid19, ma si sono svolte attività sperimentali quali l’utilizzo dell’intervista tramite video chiamata (VMI).
Nel 2021 la rilevazione campionaria coinvolge il doppio della popolazione prevista annualmente, nel tentativo, ottimamente riuscito, di recuperare la rilevazione non effettuata nel 2020. Con il 2022 ha inizio il quinquennio censuario 2022 – 2026.