Incanto d’Aprile
Wednesday, 30 November, 2022
Tratto da The Enchanted April di Elisabeth Von Arnim
Quattro donne trasfigurate dalla bellezza della natura fioriscono a nuova vita
con Betty Andriolo, Linda Bobbo, Paola Brolati, Marta Richeldi
regia di Alberta Toninato
Storia di un libro e di un’idea
Tutto comincia con un libro, un regalo di compleanno di un’amica. Per una strana magia, la protagonista del libro, fin dalle prime pagine, ha proprio il volto, la voce, i capelli della mia amica, di Betty Andriolo: una collega, una compagna di viaggio, una sorella. A lei si affianca presto un’altra donna, e ha gli occhi e il portamento di un’altra amica e collega. Così come ilterzo e il quarto personaggio femminile cheriempionodi vita, di cuore, di dolore esperanza questa storia. Quattro signore inglesi che affrontano, insieme, senza mariti e senza conoscersi, una vacanzain Italia. Il luogo prescelto è un castello medievale arroccato sulle scogliere liguri a picco sul mare. Ad attirare le viaggiatrici è un annuncio in un giornale: il sole del Mediterraneo e l’immagine di un glicine che si sviluppa su antiche mura di pietra diventano il miraggio da rincorrere, da raggiungere, il giardino dell’Eden da conquistare, il Paradiso su questa terra, da vivere, assaporare… il premio che tutti ci meritiamo. Decidodi coinvolgerequattrocollegheinun folleprogettoautofinanziato, dopomesi diteatri chiusi e attività culturali molto al di sotto del consueto regime di sopravvivenza. Voglio provarci. La prima, l’amica che regalò il libro galeotto, accetta. Poi è la volta di Linda Bobbo. Il suo entusiasmo mi spinge a formulare rapidamente la proposta anche a Marta Richeldi e a Paola Brolati. Se qualcuna di loro dovesse dirmi di no, non se ne farà nulla, mi dico: i personaggi sono ormai la loro proiezione, non solo nella mia testa, ma, per un’altra strana magia, dovevano esserlo anche nella testa dell’autrice che scrisse il romanzo nel 1922.
Lo spettacolo
Dopo quattro sì, dopo una prima lettura del testo alle porte di un altro lungo inverno di chiusure, eccoci ad avere messo – finalmente – in moto la macchina creativa. Ed è davvero una macchina, delicata e precisa, rigorosa ed esile: una trasposizione drammaturgica di un romanzo tradizionale, a focalizzazione zero; sono le quattro donne a presentarsi e a raccontare l’intera vicenda dall’inizio, in un’alternanza di narrazione e dialoghi. Con il supporto di pochissimi oggetti prendono vita luoghi e ambienti, mutando in continuazione, come in un meccanismo ad orologeria. I personaggi sono sempre in scena: un piccolo coro di donne costantemente coinvolte nello sviluppo dell’azione, nonché nella partecipazione emotiva ad un viaggio che modifica nel profondo ciascuna di loro. La nostra ricerca teatrale è tesa verso una cifra stilistica in cui ciò che avviene in scena è raccontato, qui e ora, per il pubblico, distante dal realismo e tuttavia vivo e palpitante, come fosse vissuto per la prima volta
Ingresso libero.
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