Le radici strappate. Memorie dell'esodo giuliano-dalmata a Venezia
L'esodo giuliano dalmata raccontato dalla viva voce dei protagonisti che arrivarono e restarono nel territorio del Comune di Venezia.
Il Veneto è stata la regione italiana che ha visto l’insediamento del maggior numero di profughi dell’esodo giuliano-dalmata, dopo il Friuli Venezia-Giulia. In particolare, nei campi profughi allestiti nel Comune di Venezia (quattro in centro storico e uno nella terraferma) transitarono un altissimo numero di esuli, dei quali, più di ottomila scelsero di fermarsi stabilmente nel territorio del Comune. La traiettoria esistenziale degli esuli, obbligati ad abbandonare la propria terra, strappando le proprie radici, è il campo di indagine delle ricercatrici, attraverso un lavoro più che decennale di raccolta di testimonianze. La viva voce degli esuli, restituisce le memorie individuali di fatti storici che travolsero la vita di quasi trecentomila italiani di Istria e Dalmazia, che non vollero comunque mai perdere le tracce della loro identità. Memorie che messe a confronto con documenti e fonti d’archivio permettono di ricostruire più intimamente un momento tragico della Storia contemporanea italiana a livello nazionale, ma che sono fondamentali anche nella compressione di molti aspetti della Storia locale veneziana. Marghera è una delle protagoniste, avendo visto crescere nel suo territorio nel dopoguerra il più alto numero di abitazioni costruite per gli esuli del Comune di Venezia e che vede quindi insediarsi una cospicua comunità giuliano-dalmata.
Ingresso libero e gratuito fino ad esaurimento posti disponibili.