Il corpo giusto
Mestre - Centro Culturale Candiani
lettura scenica de "Il corpo giusto" di Eve Ensler a cura della Associazione Donna-Informazione
con
Barbara Conte
Adriana Lepschy
Giorgia Reberschak
Barbara tasca
Antonella Zanoni
Stefania Marchi al fagotto
Voce fuori campo: Adriano Spolaor
Fonico: Gianni Scanferla
ingresso libero fino ad esaurimento posti, previo ritiro del biglietto omaggio presso la biglietteria del Centro Culturale Candiani
Eve Ensler è tornata. Dopo aver infranto l'ultimo dei tabù dando la parola all'organo sessuale femminile, la Vagina Lady (come ormai viene battezzata affettuosamente dalla stampa internazionale) si concentra sul rapporto che le donne hanno col corpo: dal modello mediatico che si nutre delle nevrosi femminili, a quello reale che ci guarda dallo specchio, ovviamente e assolutamente imperfetto. Esistono donne che non detestano almeno una parte del proprio corpo? Eve Ensler per prima confessa la relazione tormentata - "la più impegnativa della mia vita" - con la sua pancia, certo non piatta come quella di Barbie, che è diventata ricettacolo di ferite infantili, ambizioni frustrate, rabbia inespressa. Dell'odio verso se stessa. E mentre l'autrice si scopre nelle sue debolezze, ironizza, piange e ride, altre voci la affiancano in questo viaggio nelle ossessioni delle donne di ogni paese, religione, estrazione sociale, riguardo al fisico ideale, al corpo "giusto". Parla la storica fondatrice di "Cosmopolitan", che a ottant'anni ancora fa i conti con le critiche materne di quando era una goffa adolescente, e insegue in una folle corsa a ritroso la giovinezza. Poi c'è la giovane portoricana di Brooklyn angosciata da un ostinato strato di grasso paragonabile solo a un disastro ambientale; la moglie di un chirurgo plastico che si è fatta ricostruire dal marito pezzo dopo pezzo e paventa il momento in cui non ci sarà più nulla da perfezionare. Ma ci sono anche donne che col proprio corpo hanno siglato una pace duratura: una masai che celebra la meravigliosa unicità dell'individuo, Isabella Rossellini che vive la maturità come acquisizione di forza, un'indiana che rivendica fiera l'abbondanza delle sue curve, un'afghana che rischia il carcere per gustarsi un gelato alla vaniglia. I monologhi di Eve Ensler ancora una volta scuotono, commuovono, provocano. Sono un monito, una preghiera perché ciascuno impari ad amarsi, a smettere di mascherarsi, modificarsi, aggiustarsi. Solo dopo aver accettato pienamente questo meraviglioso territorio che è il nostro corpo, ci sarà finalmente spazio per accogliere il mondo.