Digital Story Telling 2013
All’interno del progetto “Non si nasce donne si diventa” proposto dalla cooperativa sociale Novamedia al Servizio Centro Donna Multiculturale del Comune di Venezia, è stato realizzato un laboratorio di narrazione personale attraverso l’utilizzo di tecnologie informatiche. Lo scopo è stato quello di riflettere sul concetto e sul significato dell'essere donna assieme ad un gruppo di signore, di diverse età, formazione, provenienza.
Lo spazio “Essere Donna” si è configurato come un laboratorio formativo di riflessione autobiografica, strutturato in una prima settimana di lavoro di gruppo, dove sono stati valorizzati l’aspetto interpersonale e relazionale tra le donne partecipanti e in una serie di colloqui individuali di lavoro più introspettivo e personale. Il percorso ha portato alla realizzazione di due prodotti: la raccolta dei testi delle storie di tutte le donne e la realizzazione di alcuni video attraverso lo strumento del Digital story telling.
La scrittura, così come il video, consentono al narratore di attuare un processo di rielaborazione dei ricordi. Attraverso l’atto successivo della lettura o dell'ascolto supportato da immagini si rende possibile un processo di riflessione e approfondimento sulle vicende della propria storia.
In questa raccolta cartacea delle storie delle donne abbiamo mantenuto i loro nomi originali, omettendo i cognomi. Questo è stato un aspetto importante del nostro lavoro: abbiamo infatti iniziato il percorso partendo proprio dal nome, consapevoli che esso è il primo elemento che definisce la soggettività. Successivamente abbiamo lavorato sul far emergere la storia personale di ciascuna donna attraverso l'analisi di altre storie di donne come quella di Marjane Satrapi raccontata a fumetti e in film in Persepolis.
Il desiderio di focalizzare l'attenzione del lavoro sul concetto di donna e sui suoi significati impliciti e personali ha avuto il preciso obiettivo di voler ristabilire la centralità dell'essere di ciascuna proprio sul concetto di donna e non donna straniera. Infatti la nostra volontà non era quella di far emergere un particolare aspetto identitario, in questo caso quello di essere immigrata. Spesso infatti siamo incuriositi e attratti dall'aspetto migratorio che, pur incidendo fortemente nella storia personale di molte, non è l'elemento su cui sceglierebbero di puntare l'attenzione per raccontarsi. Semplicemente in quanto donne e non donne immigrate sono portatrici di forti valori che si legano all'immagine che di sé vogliono dare all'esterno rappresentandosi, ad esempio, come mogli, madri, studentesse, donne in carriera, donne in formazione o in trasformazione.
Sono quindi nate delle storie uniche, in cui ognuna di loro ha fatto emergere, in maniera volontaria, aspetti particolari della propria identità.
Di seguito riportiamo due delle otto storie, quelle di Yordanos e Shirin, esemplificative del percorso.
Buona lettura,
Annalisa e Elena