Benvenuti in Paradiso!
Mercoledì, 8 Febbraio, 2023
Viaggio tragicomico tra variegate dipendenze a Norma
di e con Linda Bobbo
Ingresso libero
Lo spettacolo presenta una carrellata di “personagge”, in perenne bilico tra maschile e femminile, accomunate da pruriti in varie parti del corpo: prurito come espressione di un disagio, di una incapacità di entrare in contatto con le emozioni profonde ed esprimerle. Prurito come malessere nei confronti delle relazioni e più estesamente della vita. Prurito come bisogno profondo dell’essere umano di sentirsi visto, toccato, accarezzato…
La Norma, single per volontà altrui, ma è stata lei a deciderlo…con il suo stile grottesco introduce le varie “personagge”, ne somatizza i diversi pruriti e prescrive strampalati rimedi salvavita:
la Donna “Va tutto bene” , continuamente percossa dal marito a cui risponde con bizzarre allergie e fantasmagorici pruriti. “Sono Fortunata”, “Va tutto bene” infatti, sono i “mantra” che questa donna ripete ossessivamente pur di non vedere e di non riconoscere il problema e la sua grande sofferenza;
Gina “Grana e Vinci”: del tutto dipendente dal gioco e dai mariti che elimina puntualmente quando non può ricavare denaro o “organi” da vendere….ma se vuole Gina può smettere anche da domani;
Manuelito il travestito: anche lei/lui soggetta/o a prurito, dipendente dalla sua immagine, dal bisogno di piacere “ a tutti i costi” e dalla difficoltà di collocarsi nel mondo;
la Donna Trauma, che passa da un trauma all’altro: l’invalidità del marito; una badante troppo ingombrante; una burocrazia cimiteriale del tutto demenziale. Ne risulta lei stessa talmente traumatizzata che, nel baciare per l’ultima volta il marito nella bara, resterà inesorabilmente “attaccata” a lui in camera ardente per una notte….
“Andiamo Via” personaggio all’ultimo stadio, che rivendica i bisogni primari di un bambino: amore e cura, saranno proprio questi ad aprire le porte al Paradiso…forse…
Lo spettacolo, attraverso le dipendenze (affettiva, alcool, gratta e vinci fino ad arrivare nei casi più estremi alla malattia), cerca di esplorare vuoti che creano sofferenza, in maniera ironica e con un linguaggio surreale. Anche la malattia, che pur genera sofferenza, può essere vista come una risorsa nel momento in cui ci rimette in contatto con la nostra amabilità e con quella delle persone che ci accompagnano nel nostro viaggio.
…il vuoto non può essere colmato ma solo abitato, amabilmente.
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