David Almond
Tra i pochissimi nuovi classici nella letteratura per adolescenti c'è sicuramente Skellig (1998, poi diventato un film con Tim Roth), folgorante esordio di David Almond. Tutti i romanzi successivi lo hanno confermato come autore di culto per la visionarietà dello stile, la capacità di creare miti moderni e di flirtare con i misteri della vita.
Fortemente influenzato dal genio profetico e poetico di William Blake e dalle suggestioni darwiniane, più volte avvicinato a Gabriel Garcia Marquez, fonda la sua poetica sul naturale fluire della natura e delle diverse epoche, sulla sovrapposizione di reale e fantastico, presentando ai giovani lettori e lettrici una sorta di realismo mistico di grande fascino, capace di trasformare la lettura in un vero viaggio dentro se stessi.
Dopo sperimentazioni linguistiche anche estreme (La vera storia del mostro Billy Dean è un lungo flusso di coscienza sgrammaticato e pieno di neologismi, accostato a Finnegans Wake di James Joyce), albi illustrati di successo, opere teatrali, esperimenti musicali – tra cui una collaborazione con i Pet Shop Boys – , approda al suo primo romanzo propriamente per un pubblico di “giovani adulti”, La canzone di Orfeo (Salani, 2018), coraggiosa e riuscita riscrittura attualizzata del mito antico a partire da quella classica di Monteverdi: Eros e Thanatos si intrecciano e portano chi legge a una profonda analisi del mito, e ancor più del proprio io.
Bio - David Almond nasce nel 1951 a Felling, una piccola città inglese vicino a Newcastle, secondo di sei fratelli. A scuola non si diverte granché, ma in compenso ama la biblioteca: sogna di vedere un giorno gli scaffali pieni di libri con il suo nome stampato in copertina. Va all’università, si laurea, insegna per cinque anni e solo allora comincia a scrivere. Dapprima solo brevi storie, pubblicate su riviste minori o raccontate alla radio, ma presto lascia il lavoro di insegnante, vende la casa per andare a vivere in una comunità di artisti e decide di lavorare alle sue storie a tempo pieno. Invia il primo manoscritto a ben trentatré editori e viene rifiutato da tutti. Il suo primo romanzo pubblicato, Skellig, ha un successo immediato, così come tutti i titoli successivi.