con: Alberti Sofia, Aria Nicola Emmanuele, Balliana Clelia, Bettega Francesca, Boaria Beatrice, Bonizzato Elisabetta, Borra Sofia, Brijawi Yasmin, Brunazzetto Camilla Anna, Bruttomesso Federica, Burgato Giorgia, Calcaterra Clara, Canaia Sara, Cappellina Alberto, Carli Giorgia, Casarotto Camilla, Catalano Francesco, Ceolato Giorgia Anna, Ceranto Anna, Chiementin Caterina, Comelli Anna, Consolaro Sofia, Conzato Emma, Copiello Giulia, Dalla Vecchia M. Margherita, Fiorentin Anna, Frankland Daniela, Gandin Margherita, Gechele Silvia, Lorenzon Laura, Marchesin Benedetta, Marchesini Gaia, Marchetti Anna, Maule Giulia, Meggiolaro Marco, Rigon Gustavo Orso, Rutigliano Cosimo, Signaroli Alessio, Trivellato Giacomo, Urbani Emma, Valsecchi Jacopo
durata: 60 minuti
Ingresso libero
Il Decameron di Boccaccio è universalmente noto come un inno all’ingegnosità e all’industria del genere umano. È il ritratto di un’epoca unica nel suo genere: florida ma costantemente in crisi. Il mondo dei Comuni e del ceto medio, che lì aveva ritrovato la propria autonomia, è sospinto da venti contrari, invidie e alleanze con i poteri più forti dell’Impero o della Chiesa. Su tutto questo imperversa la peste, emblema della Fortuna, che cieca colpisce senza guardare in faccia nessuno, povero o ricco che sia. Eppure, proprio in quest’epoca controversa e perennemente in bilico, si staglia il capolavoro dell’inventiva e della creatività tutta umana: il Decameron. Boccaccio inventa un’allegra brigata che, come Sherazade, per sopravvivere usa l’arma della narrazione. Così il Liceo Pigafetta con Decameron! vuole imitare, nelle intenzioni, il gioco del Boccaccio. In un’epoca di crisi, la nostra, in cui il morbo pestilenziale è diventato massificazione, razzismo, qualunquismo e banalità, gli iscritti al laboratorio di teatro hanno riscritto quattro novelle del capolavoro italiano: Lisabetta da Messina, La badessa e le brache del prete, Ser Ciappelletto e Griselda, trasportandole ai giorni nostri o, meglio, in un possibile (ma non fantomatico) dopodomani. Sullo sfondo vi è un esercito di dottori della peste che si muove al ritmo monotono – ma divertito – di un ballo di gruppo, a ricordarci che solo la fantasia al potere può ancora salvare questo mondo ammalato.