#Dietrolequinte 18 - Cenni di catalogazione
Nella gestione di un fondo fotografico, una volta compiute le operazioni di inventariazione e messa in sicurezza dei materiali, arriva la fase forse più delicata e attesa dell’intero processo: la catalogazione. Essa è delicata, perché riguarda la descrizione analitica delle informazioni sugli aspetti fisici e di contenuto dei documenti. Ma è anche particolarmente attesa da chi cura l’archivio, perché ha il compito di rendere quel patrimonio accessibile all’esterno ad un pubblico anche non specialistico e di settore. La realizzazione di un “catalogo” quindi permette di far conoscere agli utenti i documenti di una fototeca in modo approfondito e relazionale attraverso l’impiego di standard nazionali ed internazionali, rendendo possibile la ricerca dei contenuti per autore, supporto, soggetto, parole chiave, area tematica, datazione, e così via. Le norme riguardano due aspetti ben distinti del documento: da una parte i “dati descrittivi”, e cioè quella serie di informazioni che individuano univocamente il singolo documento nel sistema. Pensiamo alle caratteristiche materiali dell’oggetto come il supporto (lastra, pellicola, stampa ..), la tecnica fotografica, le dimensioni ma anche l'attribuzione di un titolo, l'indicazione della data di scatto o di stampa o almeno di un arco cronologico dove sia possibile collocare l’immagine... Accanto alle caratteristiche materiali degli esemplari si affiancano le informazioni semantiche, quelle cioè sui soggetti raffigurati nell’immagine fotografica. Un’operazione di indagine contenutistica e storica, che rappresenta la fase più rischiosa e interessante del lavoro complessivo. Effettuata una ricerca fra fonti interne ed esterne in grado di circoscrivere un perimetro di contenuto provato ed affidabile, il catalogatore deve operare l’analisi concettuale del documento, organizzando le informazioni in base ad una precisa sintassi e nominandole attingendo a vocabolari di termini controllati, i thesauri.