ESSAI(Y)
ESSAI(Y)
Giovani artisti diplomati all'Accademia di Belle Arti di Venezia
Apre al pubblico giovedì 13 ottobre, nelle sale di Palazzetto Tito, la seconda fase del progetto Essai(y), nato dalla collaborazione tra l'Accademia di Belle Arti di Venezia e la Fondazione Bevilacqua La Masa per esporre e promuovere l'arte dei giovani artisti neodiplomati all'Accademia.
La mostra presenta i lavori di Thomas Braida, Stefano Bullo, Giulia Filippi e Nereo Marulli. Gli artisti sono stati selezionati da una giuria presieduta da Angela Vettese e composta inoltre da Carlo Di Raco, Stefano Coletto e Cecilia Tirelli tra coloro che hanno preso parte all'esposizione tenutasi nel marzo 2011 al Magazzino del Sale 3, in cui sono stati esposti i migliori lavori degli studenti realizzati nell'ultimo anno negli Atelier dei vari Corsi di Diploma di primo e secondo livello.
In quattro piccole personali nelle stanze di Palazzetto Tito, gli artisti presenteranno nuovi lavori e interventi site specfic. Thomas Braida, attraverso un uso spregiudicato e irriverente delle tecniche pittoriche, ha concepito la sua stanza come un luogo misterioso, popolato da creature mostruose e insieme buffe: una festa grottesca da cui tuttavia lo spettatore rimane escluso, poiché può osservarla solo attraverso uno spioncino. Le grandi tele di Stefano Bullo, così come i suoi disegni, nascono dalle immagini familiari e stereotipate che milioni di turisti si scambiano nel mondo tramite la rete Internet. Ma le piazze veneziane, la laguna, le gondole, i piccioni vengono trasfigurati sulle tele, perdono la loro patina e il candore tipico delle immagini-ricordo, rivelando invece lo sguardo di un veneziano che vive con inquietudine la propria città. Giulia Filippi conduce una riflessione sulla visualizzazione di fenomeni naturali e sociali che si manifestano in lunghi periodi di tempo. Si concentra sui modi in cui i tessuti e le carte possono visualizzare, per esempio, il cambiamento del rapporto terra e acqua di un territorio come Marghera o i mutamenti della grande macchia di petrolio riversato dalla piattaforma della British Petroleum nel Golfo del Messico. In un altro lavoro l'artista espone un pezzo di marmo scavato per un carotaggio insieme a una scultura, realizzata con la polvere di scarto, che riproduce la parte mancante. La fragilità dei supporti e dei materiali utilizzati restituisce una visione lirica di questi fenomeni. Nereo Marulli cerca di catturare l'invisibile umidità dell'aria, che non vediamo ma che costituisce un indice fondamentale della fisica di uno spazio e del rapporto uomo e ambiente. Una installazione di sale raccoglie le particelle acquee e, in relazione sensibile con l'aria, muta la propria forma. Inoltre alcuni disegni e sculture diventano occasioni per riproporre l'antica teoria degli umori di Ippocrate. Gli organi corporali esposti richiamano lo scorrere dei fluidi. L'identità di un corpo si rivela così solo nelle sue funzioni essenziali, mettendone in rilievo la natura meccanica.
La mostra è accompagnata da un catalogo che documenta i contenuti e le finalità del progetto Essai(y) con immagini e testi critici.
Fondazione Bevilacqua La Masa
Palazzetto Tito, Dorsoduro 2826
13 ottobre > 13 novembre 2011
13 ottobre 2011, ore 17.00
da mercoledì a domenica, dalle 10.30 alle 17.30
Ingresso gratuito
BLM e Accademia di Belle Arti
Fondazione Bevilacqua La Masa
press@bevilacqualamasa.it
Studio Pesci, Bologna
www.studiopesci.it