musica di IGOR STRAVINSKIJ
libretto di Charles-Ferdinand Ramuz
adattamento teatrale in lingua italiana
Alessandro Cappelletto direttore
Francesco Bortolozzo attore e regista
Emanuela Bonora danzatrice e coreografa
Marta Del Fabbro costumista
Strumentisti dell’Orchestra del Teatro La Fenice
È davvero una proposta artistica originale ed insolita quella che sarà portata in scena dagli artisti del Teatro la Fenice per lo spettacolo del 2 maggio al Teatro Toniolo, inserito nella XXXVII Stagione di musica da camera e sinfonica di Mestre 2022/2023, in collaborazione con l’Associazione Amici della Musica di Mestre.
Sarà rappresentato l’Historie du soldat, con musica di Igor Stravinskij e libretto di Charles-Ferdinand Ramuz (adattamento teatrale in lingua italiana). Un’opera da camera di straordinaria novità, per pochi strumentisti (a vista, in scena), ma allo stesso tempo dotata di un’orchestrazione eccezionale, che dà l’impressione che la compagine musicale sia davvero enorme, e di una drammaturgia profonda e graffiante: il soldato, nel rapporto con il diavolo, finisce per essere ciascuno di noi. Non è una storia di guerra, ma riflette profondamente il sentimento della guerra. Stravinskij compose l’Historie du soldat nel 1918, alla fine della prima guerra mondiale, quando l’Europa pensava a rinascere dal primo conflitto mondiale. Nessuno, o forse pochissimi, intuirono il progressivo disastro che avrebbe portato di lì a due decenni al secondo conflitto mondiale. Scrisse quest’opera per sette strumenti, una voce recitante e un danzatore per un motivo pratico, oltre che drammaturgico: avere una composizione di impatto fortissimo, ma allo stesso tempo snella, adatta ad andare in tutte le piazze, rifacendosi alla tradizione dei teatri ambulanti. Con una scenografia quasi inesistente, addirittura da portare in baule o in valigia. E vinse la scommessa, costruendo un lavoro solidissimo e allo stesso tempo trasportabile e ‘leggero’. Sedotti dal lato umano del soldato, che rincorre un desiderio mortale di felicità e soddisfazione, Stravinskij e Ramuz creano questo Faust in miniatura. Sospeso tra farsa, presente e archetipo teatrale, il Faust di carta straccia recita il proprio gioco teatrale. Il presupposto di questo lavoro è la curiosità, la sperimentalità, il desiderio di aprirsi alle nuove esigenze di essenzialità e di chiarezza. La provenienza della musica ammicca a varie nazionalità, dal ragtime nordamericano al tango argentino, dalle fanfare svizzere al paso doble spagnolo, dai corali e preludi bachiani al valzer viennese. Solo il motivo del violino, che simboleggia l’anima del soldato, conserva una chiara intonazione russa. Tutti questi fattori così eterogenei si compongono dando vita a uno dei lavori più omogenei e più originali di Stravinskij, la cui prima rappresentazione avvenne il 28 settembre 1918 al Teatro di Losanna.
Alessandro Cappelletto
Studia direzione d’orchestra con Donato Renzetti alla Scuola di Alto Perfezionamento Musicale di Saluzzo. Si diploma in violino nel 2008 e dal 2012 ricopre il ruolo di primo dei secondi violini nell’Orchestra del Teatro La Fenice di Venezia. Ha collaborato con l’Orchestra della Royal Opera House Covent Garden di Londra, con l’Orchestra del Teatro alla Scala e con altre importanti orchestre lirico-sinfoniche in Italia. È apparso come solista con l’Orchestra del Teatro Olimpico di Vicenza nel Secondo Concerto per violino di Prokofiev. È diplomato in composizione con Nicola Straffelini e ha ottenuto una menzione d’onore al XL Concorso Internazionale di Composizione Premio Valentino Bucchi (2019).
Francesco Bortolozzo
Nato a Mirano nel 1982, consegue nel 2008 il diploma d’arte drammatica con Alberto Terrani all’Accademia del Teatro Stabile del Veneto diretta da Luca De Fusco e nello stesso anno si laurea in Storia del Cinema e del Teatro al dams di Padova. Nel 2018 ottiene la laurea magistrale in Storia dal Medioevo all’Età Contemporanea all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Dal 2011 lavora come figurante, mimo e attore per il Teatro La Fenice di Venezia.
Emanuela Bonora
Danzatrice di formazione classica (Royal Accademy of Dancing e in seguito perfezionatasi con i maestri dell’Accademia Vaganova di San Pietroburgo) passa poi allo studio della danza contemporanea. Lavora, tra gli altri, per compagnia ArtEventi, Teatro dell’Archivolto (Genova), compagnia Opera-Balletto (Milano), Giulia Pond Dance Company (Londra), Arbalete (Genova), Ersilia danza (Verona). Insieme a Laura Brera fonda nel 2009 la Metatesta Dance Company vincendo il primo premio nella piattaforma internazionale di Giovani artisti emergenti alla Metropolitan University di Londra. Qui crea in residenza Le vedove del buongusto: mezzo minuto di raccoglimento presentato a ScenePool/ Creative Collection, Upstairs at Gatehouse Theatre, Londra; al Willi’s Winter Warmer, Exmuothmarket, Londra; al Conway Confidential alla Conway Hall di Londra, al Crisis Art festival di Arezzo e alla vetrina giovane danza d’autore di Ravenna. Dal 2013 è parte di deos-Danse Ensemble Opera Studio, compagnia di danza contemporanea diretta dal coBiografie 26 reografo Giovanni Di Cicco. Dal 2000 lavora come danzatrice all’interno di opere liriche in teatri italiani tra cui Scala, Fenice, Opera di Roma, Teatro Comunale di Bologna, Teatro Carlo Felice e al Theatre Royale de la Wallonie.
Marta Del Fabbro
Nasce a Udine nel 1988. Nella città natia frequenta l’Istituto Statale d’arte Giovanni Sello, specializzandosi in Moda e Costume, per poi trasferirsi a Venezia, dove studia Costume per lo Spettacolo all’Accademia di Belle Arti. Durante gli anni accademici entra a far parte del collettivo artistico Obliquia realizzando i costumi per lo spettacolo La chiave dell’ascensore, una rilettura in chiave performativa dell’omonimo romanzo di Ágota Kristóf da un’idea di Samanta Cinquini. Partecipa al progetto Atelier della Fenice al Teatro Malibran, nato tra l’Accademia di Belle Arti di Venezia e il Teatro La Fenice, concorrendo a realizzare i costumi per le farse rossiniane, andate in scena al Teatro Malibran a partire dal 2012. Ottiene la laurea quinquennale nel 2014 e inizia il suo percorso lavorativo nel mondo del teatro lirico come sarta al Teatro La Fenice di Venezia. Collabora con l’Accademia Teatrale Veneta nello spettacolo Giulietta+Romeo con la regia di Alessio Nardin, curandone il progetto e la realizzazione dei costumi. Nel 2016 debutta come costumista lirica per Il trovatore in occasione del Festival Verdi di Parma, con la regia di Elisabetta Courir, le scene di Marco Rossi e le luci di Giuseppe Ruggiero. È assistente costumista per Carla Teti in Madama Butterfly per la regia di Damiano Michieletto, le scene di Paolo Fantin e le luci di Marco Filibeck, andata in scena nel febbraio del 2020 al Teatro Comunale di Bologna.
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