L’identità viene solitamente intesa come il complesso dei dati personali caratteristici e fondamentali che consentono l’individuazione di un soggetto.
Come le persone anche gli enti (società, ditta, ente pubblico, organizzazione non profit, ecc.) hanno una loro precisa identità, composta da tutti quegli elementi caratteristici quali il nome, la natura giuridica, la visione, la mission, le sedi, il personale, le attività e servizi offerti, ecc.. Un ente, pertanto, per il solo fatto di esistere, propone di sé una determinata identità.
L’immagine, parallelamente, è l’opinione, il giudizio che i pubblici di riferimento hanno dell’ente. In buona sostanza è la “reputazione” di cui gode presso questi pubblici. Identità e immagine si presentano, quindi, come l’inizio e la fine di un processo circolare che si evolve nel tempo.
Oggi, in un mercato che diventa sempre più affollato, caotico e competitivo, comunicare in maniera corretta la propria identità diventa sempre di più un passaggio strategico fondamentale per l'ente.
Un risultato che si raggiunge solo attraverso l’attuazione di una razionale e sapiente politica di comunicazione integrata che vede il coordinamento di tutte le manifestazioni dell’ente in grado di offrire un significativo contributo sul piano comunicazionale e che ha come principale obiettivo l’armonia tra identità e immagine.
Quest’obiettivo diventa ancor più importante per tutte le organizzazioni che non hanno finalità di lucro e che, con il loro esclusivo patrimonio di valori, idee e progetti, hanno come unico scopo la promozione della solidarietà e dell’integrazione sociale e che sono tra i principali attori della comunicazione sociale.
Ecco allora che per rappresentare la propria identità ai soggetti esterni nella maniera più corretta e immediata possibile, definire l’identità visiva diventa, per le organizzazioni non profit, un passaggio fondamentale e propedeutico allo sviluppo di una funzionale strategia di comunicazione integrata.