regia Francesco Gandi, Davide Venturini
con Francesco Dendi, Federica Camiciola, Francesco Fanciullacci
visual design Elsa Mersi
computer engineering Rossano Monti
scene Livia Cortesi
produzione Compagnia TPO
in co-produzione con Teatro Metastasio di Prato
in collaborazione con Fondazione Toscana Spettacolo onlus
Nella fiaba de Il brutto anatroccolo il protagonista affronta le prime relazioni sociali sentendosi inadeguato e fuori posto. La sua diversità è una condizione che è comune a molti bambini durante il processo di crescita, non riguarda solo l’aspetto fisico ma l’apprendimento e la complessità delle convenzioni. Tutti i bambini prima o poi affrontano un conflitto: “gli altri non mi vedono, non mi capiscono, sono prepotenti non fanno niente per includermi e accettarmi come loro amico/a”.
Anche il brutto anatroccolo deve affrontare questi temi, durante il suo viaggio solitario comprende il valore delle azioni e relazioni necessarie per conquistare il proprio posto nel mondo, sviluppando la fiducia in se stesso e la consapevolezza del valore della propria unicità.
Questa favola, nonostante il tempo trascorso dalla prima stesura da parte di Hans Christian Andersen (1843), è sempre attuale per i temi che tratta e la sua messinscena permette alla compagnia TPO di sperimentare la combinazione di linguaggi classici all’interno di un impianto scenografico suggestivo e contemporaneo.
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