L’incantesimo della figlia del Mago
Marzo Donna 2023
liberamente ispirato da The spell of the Magician’s Daughter di Evelyn Sharp
traduzione della fiaba in italiano di Laura Tosi in Draghi e Principesse, ed. Marsilio
regia Elisabetta Brusa
Ingresso libero.
Aics Comitato Provinciale di Venezia in collaborazione con Fucina Arti Performative Cà Foscari e il patrocinio Università Cà Foscari di Venezia, presenta lo spettacolo L’incantesimo della figlia del Mago, che si terrà il 4 marzo al Teatro Momo alle ore 18.00. La perfomance, partendo dalla produzione letteraria di una suffragetta inglese del XIX secolo Evelyn Sharp, utilizza il linguaggio teatrale, musicale, coreutico e delle arti visive. I performer sono studenti dell’Università Cà Foscari provenienti da tutti i dipartimenti, studenti del conservatorio Benedetto Marcello e dell’Accademia di Belle Arti di Venezia. Inoltre collabora al progetto la Scuola di Danza Marina Prando di Venezia. Il testo teatrale elaborato dalla direttrice di Fucina Arti Performative Elisabetta Brusa, si serve della fiaba per mettere in scena contemporaneamente la vita di Evelyn Sharp che agli inizi del ‘900 era diventata un simbolo per la lotta al diritto di voto alle Donne in Inghilterra. L’iniziativa ha ricevuto il patrocinio del Comune di Venezia , dell’Università Cà Foscari ed è stata inserita nel calendario Marzo-Donna del Comune di Venezia.
Molti autori famosi sostengono che non è inusuale per uno scrittore dialogare con i propri personaggi o addirittura sentirne la voce. Questo succede anche nel nostro L’incantesimo della figlia del mago, storia all’interno della quale incontreremo una giovane Evelyn Sharp alle prese con la composizione di una sua fiaba. E se la scrittrice è Evelyn Sharp, una battagliera suffragetta inglese, e il genere letterario scelto è una fiaba, allora possiamo essere sicuri di trovarci davanti a qualcosa in grado di stimolare, come scriveva Evelyn, “il meraviglioso delle nostre menti”. Evelyn Sharp (1869-1955), giornalista, scrittrice e suffragetta, nacque in una numerosa famiglia inglese.Tra i suoi fratelli c’era anche Cecil Sharp, etnomusicologo a cui si deve un’importante raccolta di antiche musiche popolari e di danze folcloriche. Convertitasi al suffragio femminile nel 1906, la sua tenace battaglia per il voto alle donne, all’interno di due organizzazioni militanti di Londra: la “Woman’s Social and Political Union” e l’ “Union Suffragists”, la portò ben presto a diventare una delle personalità più interessanti e coinvolgenti del movimento. Oltre alla battaglia per l’emancipazione femminile della sua epoca, però, Evelyn si dimostrò anche e sempre particolarmente incline alla sofferenza dei bambini, di cui divenne testimone attiva, coniugando il suo amore per la libertà, la giustizia e la parità di genere con la necessità di apportare dei cambiamenti nelle fasi di sviluppo educativo presenti nel mondo vittoriano. Cercare di dare nuova linfa alla struttura della fiaba divenne allora per lei, fin dal suo esordio di scrittrice, un impegno responsabile e una costante risorsa, al punto da riuscire a pubblicare in poco tempo ben tre raccolte di fiabe. Insofferente alla formazione della donna britannica “perfetta”, dedita alla cura della casa e dei figli, Evelyn reagisce e scrive, inventando nuovi percorsi drammaturgici. E, a differenza dei racconti tradizionali che cercavano di romanticizzare il bambino con elementi tematici e consolatori, cerca di provocare i giovani lettori con formule in grado di stimolare la loro immaginazione attraverso il sovvertimento dei generi e presentando una sorta di metafiction quale sfida alle stesse convenzioni della finzione. L’incontro con Oscar Wilde, inoltre, la incoraggerà ad approfondire ulteriormente le strutture narrative del genere fiabesco, utilizzando temi di opposizione e inversione dei ruoli, senza arrivare a concludere con magici lieti fine, ma con paesaggi di speranza in cui la fantasia diventa fonte di rigenerazione per il consapevole ritorno alla realtà. La fiaba di Evelyn Sharp The Spell of the Magician’s Daughter/ L’incantesimo della figlia del mago, al centro del nostro lavoro in questo percorso artistico/formativo, è stata pubblicata per la prima volta nella raccolta Round the World to Wympland, London and New York, The Bodley Head, nel 1902. Il testo è liberamente tratto dal libro Draghi e Principesse. Fiabe impertinenti dell’800 inglese, a cura di Laura Tosi, Marsilio Editori, 2003 ed è la storia luminosa di Lucciola - la figlia piccola di un mago, che, lontano dalla casa del padre, in un percorso di iniziazione, vuole imparare a brillare di luce propria - e della relazione che si viene a creare con l’amata autrice, Evelyn Sharp, che con lei e con gli altri personaggi della storia scambia ipotesi e riflessioni, in una sovrapposizione di piani che permettono un intreccio tra documentati elementi storici e un mondo immaginifico, dando origine ad un percorso insolito sostenuto, nella nostra messa in scena, da alcune scenografie immersive, a testimonianza di come le tecnologie possano aiutare la creazione e lo sviluppo di visioni sorprendenti senza però mai perdere il contatto diretto con la realtà.
Elisabetta Brusa, Fucina Arti Performative Ca’ Foscar
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