La cimice dell'olmo

Negli ultimi anni, durante i mesi estivi, la cimice dell’olmo (Arocatus melanocephalus) ha dato luogo a non trascurabili fastidi per la popolazione con la presenza di numerosi esemplari rinvenuti sia all’esterno che all’interno delle abitazioni.
 

Quando un numero elevato di questi insetti viene rinvenuto in prossimità e/o all’interno di edifici possono provocare disgusto, anche per l’emissione di un odore sgradevole, e reazioni di insofferenza, per cui vengono richiesti o effettuati direttamente trattamenti insetticidi inefficaci e perciò inappropriati.

I fastidi arrecati da questo insetto possono paragonarsi a quelle di altri intrusi ampiamente diffusi nelle nostre città: quali la cimice verde - Nezara viridula (L.), la cimice delle conifere - Leptoglossus occidentalis Heideman e più recentemente la cimice asiatica - Halyomorpha halys (Stal).

Come questi ultimi, la cimice dell’olmo:

  • non punge l’uomo;

  • non è vettore di agenti patogeni/malattie;

  • se infastidita produce odore sgradevole;

  • non arreca danni diretti alle persone, agli animali o ai manufatti contenuti nelle case (mobili, infissi, ecc.).

Infine, la cimice dell’olmo non può riprodursi all’interno degli edifici: infatti ha bisogno di deporre le uova sulla pianta ospite (prevalentemente olmo) in modo da garantire la fonte di cibo alle larve dopo la schiusa.

In allegato si può consultare l'informativa completa.

Ultimo aggiornamento: 29/12/2022 ore 20:06