Dal 3 al 30 settembre, negli spazi espositivi della Fondazione Giorgio e Armanda Marchesani, a Venezia, si terrà la mostra di Ciro Palumbo, "El ingenioso Don Quijote", curata da Anna Caterina Bellati. L’evento, inserito nel palinsesto de “Le Città in Festa” e patrocinato dalla Città Metropolitana di Venezia, rientra nel circuito della Biennale di Venezia 2023.
La mostra raccoglie dipinti, sculture e disegni ispirati al capolavoro di Miguel de Cerventes e alla reinterpretazione del cavaliere errante più celebre della Storia. La mostra consta del percorso espositivo, ma non solo: ne sono parti integranti anche il catalogo El ingenioso hidalgo don Quijote de la Mancha nella lettura poetica di un artista in bilico tra terra e infinito, di Anna Caterina Bellati, e lo spettacolo teatrale, ispirato al ciclo pittorico, “Io, Don Chisciotte (storia quasi eterna di un cavaliere errante)”, scritto da Anna Marchitelli, interpretato da Ettore Nigro, con le musiche di Mario Autore che firma anche la regia. Lo spettacolo andrà in scena il 2 settembre, durante l’inaugurazione.
“Don Chisciotte della Mancia” è un’opera monumentale che attraversa la Storia, ed è per questo esposta a un numero imprecisabile di interpretazioni che investono, necessariamente, anche chi sceglie di rileggerlo nuovamente. Il Cavaliere dalla triste figura, com’è stato appellato dal filosofo Miguel de Unamuno, in costante conflitto eroicomico con la realtà e il suo tempo, sfugge al suo stesso autore, diventando così autonomo, universale, mitologico. A questa sfera di senso si è ispirato Palumbo quando ha scelto di penetrare le profondità di Don Chisciotte e del Mondo che intorno costruisce, di cui fanno parte il fedele servitore Sancho Panza, l’amata Dulcinea e il cavallo Ronzinante. L’artista ha così mescolato gli archetipi che costellano la sua poetica con quelli del Don Chisciotte, in un percorso di narrazione visiva e di significati richiamando, su tutti, una visione cristica del cavaliere che, consapevole di sé, fa i conti con la follia, l’utopia, la vita e la morte.
Il corpus di opere – 46 lavori tra dipinti e carte e 4 sculture – mostra la volontà di confrontarsi con l’altro, capirne a fondo l’anima per diventare in certa misura “quel” cavaliere. Il modo di esprimersi di Don Chisciotte dice di un personaggio colto e articolato che vive, spera, duella e sogna dentro una sintassi precisa e pulitissima, riuscendo a mantenersi elegante in qualunque situazione; Palumbo, a sua volta, piega i propri codici espressivi a quella figura malinconica e preromantica regalandole persino soddisfazioni inattese. Come il fidato Ronzinante che addirittura acquisisce l’aspetto di un animale superbo in grado persino di volare.
La mostra osserverà i seguenti orari: mar-gio 15-19 e ven-dom 11-19. L’inaugurazione è in programma sabato 2 settembre alle ore 17; alle 18, invece, lo spettacolo “Io, Don Chisciotte (storia quasi eterna di un cavaliere errante)”. Per informazioni info@fondazionemarchesani.org