Néjib
Portare chi legge a interrogarsi su questioni complesse usando immagini raffinate ed essenziali: è questa la potenza di Néjib, nome d’arte di Néjib Belhadj Kacem, fumettista di origini tunisine che si è affermato con il graphic novel Stupor Mundi (Coconino Press – Fandango, 2017) un thriller medievale che ricorda Il nome della rosa di Umberto Eco, premiato in Francia con il Prix Sheriff d’Or e una menzione speciale al Fauve d’or del Festival di Angoulême come “Miglior graphic novel”, e che gli è valso il ruolo di direttore artistico di Casterman, una delle più grandi case editrici francesi. Protagonista Annibale, il più grande alchimista di Baghdad, arrivato nelle Puglie per perfezionare la sua ultima invenzione: il primo prototipo di macchina fotografica.
Néjib innesta elementi fantastici negli interstizi della storia, mescolando fatti reali e invenzioni e, con uno stile essenziale e raffinato, porta lettori e lettrici a riflettere sulle grandi domande della storia dell’uomo: il rapporto tra morale e scienza, il modo in cui il linguaggio modifica realtà, e soprattutto il senso dell’arte. Néjib si è misurato infatti con grandi nomi dell’arte e della musica: nei suoi graphic novel ha raccontato David Bowie, Degas, Manet e i pittori dell’Impressionismo parigino, interrogandosi sul potere simbolico delle immagini e sul limite di chi detiene il potere di decidere cosa è lecito conoscere e cosa no – un tema di grandissima attualità, nell’epoca della post-verità e delle fake news.
I graphic novel di Néjib sono una fonte inesauribile di spunti di riflessione, mettono alla prova lo sguardo critico di giovani lettori e lettrici e rendono accessibile la complessità del mondo.