Not Only for Kids - La gabbianella e il gatto
Mercoledì, 14 Marzo, 2018
SPAZIO CINEMA
Attività consigliata per bambini da 6 a 11 anni
La gabbianella e il gatto (Italia, 1998, 76') di Enzo D'Alò
Ingresso libero
La gabbianella e il gatto è tratto da Storia della gabbianella e del gatto che le insegnò a volare di Luis Sepúlveda, ed è il secondo lungometraggio d’animazione di D’Alò dopo La freccia azzurra. È un apologo sul rispetto delle diversità. Riprende un elemento tipico di tante leggende, fiabe, favole, quello dei cuccioli allevati da adulti di un’altra specie. Inizia con la morte della gabbiana Kengah, che depone l’uovo da cui nasce la gabbianella: con la deposizione dell’uovo si ha un primo distacco, quello dal genitore naturale. Poi la gabbianella vede nel gatto Zorba la madre naturale e nel finale lo riconosce come padre acquisito, spicca il volo dal campanile, si separa da Zorba: con il volo, abbiamo un secondo distacco, quello dal padre acquisito, dalla crescita assistita, il passaggio all’indipendenza. Il primo distacco corrisponde a una nascita naturale; il secondo a una rinascita voluta, conquistata. Abbiamo poi il tema del contrasto tra gruppi basati sulla democrazia e sul rispetto delle differenze (i gatti) e gruppi basati sul totalitarismo e sull’odio per le differenze (i topi). Tra i gatti non c’è gerarchia né capo indiscusso; il gruppo è formato da tante individualità diverse: ogni individualità è libera di esternare le proprie caratteristiche e porta nel gruppo le proprie idee, conoscenze, capacità, uniche e perciò preziose; i gatti risolvono i problemi grazie alla collaborazione tra diverse individualità; sul piano grafico sono segnati da caratteristiche fisiche simili ma riconoscibili. Il gruppo dei topi è fondato sulla cancellazione delle differenze, sui rapporti di forza; i topi sono tutti uguali, indistinguibili: è un’uguaglianza che non ammette diversità; i topi non esternano capacità, pensieri autonomi, non hanno libertà di espressione. Nel film l’Uomo è visto come sfruttatore e distruttore della Natura e della sua bellezza. Il Poeta si differenzia dagli altri uomini poiché crede che tutti gli esseri viventi abbiano un’anima – e perciò li rispetta e li ama tutti – e perché celebra con l’arte la bellezza di tutto ciò che esiste. Il gatto Diderot, che prende il nome dal filosofo Denis Diderot, vive in una biblioteca abbandonata, in cui è raccolta un’enciclopedia cui ricorre per ogni dilemma. Il riferimento a Diderot è marcato: Diderot progettò e diresse l’Encycloplédie (1751-72), opera di conservazione e trasmissione della conoscenza, di summa e bilancio del sapere, di rinnovamento della cultura e della società. (mymovies)
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