Not Only for Kids - Principi e principesse
Martedì, 20 Febbraio, 2018
SPAZIO CINEMA
Attività consigliata per bambini da 6 a 11 anni
Principi e principesse (Princes et princesses, Francia, 2000, 70') di Michel Ocelot
Ingresso libero
Una bambina e un bambino, grazie all'aiuto di un anziano tecnico di computer, riescono a proiettarsi nella magia di sei storie differenti di cui saranno l'eroina e l'eroe. Viaggeranno tra il passato e il futuro, in luoghi distanti e affascinanti. Dall'Antico Egitto al Medioevo, dall'arte giapponese alla più classica delle fiabe (il bacio della principessa al rospo) rovesciata in una situazione comicamente assurda. Michel Ocelot, dopo il successo di Kirikù e la strega Karabà, torna sugli schermi con sei storie realizzate con la tecnica delle silhouette. Potrebbe sembrare noiosa e 'antica' ma è invece di grande efficacia. I bambini che hanno assistito in altri Paesi a questo film ne sono usciti divertiti e, soprattutto, sereni. Non ci sono "paure" eccessive, ma ritmi frenetici dei tempi "giusti" anche per i più piccini.
Principi e principesse è improntato sulla ricerca della bellezza e della purezza delle origini, origini della narrazione e origini del cinema. Nel film, le origini della narrazione sono nella fiaba e nel racconto orale. Viene ripresa la struttura tipica delle fiabe, con le figure (eroe, antagonista, aiutanti positivi e negativi, donatori) e gli elementi fondamentali (il viaggio, le scoperte, le missioni da compiere, gli ostacoli da superare, le trasformazioni, gli oggetti magici). Il percorso dei protagonisti delle fiabe narrate è un percorso iniziatico di scoperta, conoscenza, formazione. Ocelot rilegge la fiaba tradizionale in chiave femminista, esaltando il ruolo della donna: le principesse e le regine non sono solo oggetto del desiderio maschile, ma protagoniste che detengono il potere e prendono le decisioni. Nel film, le origini del cinema sono nel teatro d’ombre, con un’animazione il cui risultato finale è una sorta di teatrino con sagome nere che si muovono su sfondi monocromatici. Nella storia del cinema troviamo esempi simili risalendo alle opere di Lotte Reininger, autrice del film che meglio rappresenta questa tecnica, Il principe Achmed (1929): da quest’opera nacquero i film di ombre cinesi, un genere del cinema d’animazione di cui i lavori della Reininger sono il principale modello. Ma il teatro delle ombre animate ha una storia molto più antica: era presente nell’antico Egitto, in Babilonia, nelle antiche civiltà della Cina, dell’India, di altre zone del Medio ed Estremo Oriente; ebbe diffusione anche in Europa tra ’700 e ’800. Dal teatro d’ombre discendono la lanterna magica del ’600 e il fantascopio del ’700, altri due antenati del cinema. Con questo film, Ocelot aspira a ridestare la purezza originaria del cinema: per questo la cornice è situata in una sala in disuso, simbolo di un cinema abbandonato e dimenticato, di cui l’autore riscopre il fascino. (mymovies.it)
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