Viaggio in Africa - Nadine Gordimer

Martedì, 29 Aprile, 2025
Ore: 
17.30

Oggi il Gruppo si confronta su diversi libri dell'autrice Nadine Gordimer.

Il mondo tardoborghese.

Questo romanzo del 1966, ora tradotto per la prima volta in italiano, è la più limpida e accorata testimonianza del diretto coinvolgimento di Nadine Gordimer nella tragedia politica e sociale del Sudafrica. La vicenda è lineare: Max, giovane boero di ricca famiglia, ha partecipato alla lotta armata del popolo africano oppresso, ma senza comprendere bene, nella sua ingenuità un po' infantile, un po' aristocratica, la differenza che passa tra rivoluzione e semplice ribellione. La sua morte per suicidio, con cui si apre il racconto, sconvolge la vita della moglie, Liz, obbligandola a una disincantata riflessione sulla propria femminilità e sulle inumane condizioni di vita dei neri. Liz avverte dentro di sé, come già era accaduto a Max, il richiamo della natura giovane e incontaminata che s'incarna nella volontà di riscatto dalla segregazione razziale. Dove Max ha fallito, per l'incapacità di congedarsi da un retaggio familiare di antichi privilegi di classe, lei forse riuscirà: è una donna nuova, ora, in grado di superare, con un atto di volontà e di fede, i dubbi che ancora permangono. E infatti una voce interiore, simile a quella che pare di udire a volte, quando si ascolta il "ronzio" delle stelle, sta pronunciando le parole mitiche della speranza: parole utopiche, è vero, ma anche le sole che possano "girare nell'orbita più grande che ci sia".

Luglio.

Sudafrica. In un ipotetico futuro scoppiano disordini di tale entità da costringere i bianchi alla fuga. Bam e Maureen Smales con i loro tre figli, alla disperata ricerca di una via di fuga, accettano il suggerimento del loro servitore nero, Luglio, e si rifugiano nel suo villaggio. Separati all’improvviso da tutto ciò a cui erano abituati, capovolti integralmente i rapporti di forza, per cui sono gli Smales a dipendere integralmente da Luglio, si vedono costretti a prendere di nuovo le misure del mondo, a rapportarsi in modo completamente inaspettato con se stessi e con gli altri.
Definito da “Newsweek” come “un magistrale ‘messaggio’ narrativo dalla zona di combattimento”, Luglio è un romanzo straordinario per la capacità evocativa e per la sorprendente precisione con cui descrive il progressivo ma totale spogliarsi delle persone di ogni aspetto convenzionale.​​​​​​​

Il conservatore.

Mehring è un afrikaner di mezza età, che ha acquistato una fattoria nei pressi di Johannesburg per trascorrervi il tempo libero dagli affari. Qui si verificano episodi di violenza, omicidi e aggressioni, disastri quali incendi o inondazioni, qui si tocca con mano la miseria dei poveri, ma per lui la sola cosa che conti è continuare indisturbato la vita del gentiluomo di campagna. La vita che reputa adatta a un autentico farmer, a un bianco soddisfatto di sé e della propria ricchezza, anche se in fondo si comporta da colonialista, che per senso di superiorità razziale e sociale non si preoccupa di chi stia peggio. Da buon conservatore ama le sicurezze derivanti dalla natura e dalla terra, come dal sistema dell'apartheid. È un individuo solitario, isolato fisicamente nel veld e chiuso mentalmente a ogni preoccupazione pubblica, un divorziato che si è alienato il figlio idealista, con un'amante sfuggente e con lavoratori su cui fa affidamento ma che restano per lui distanti, come il capomandriano Jacobus.​​​​​​​

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Ultimo aggiornamento: 24/02/2025 ore 09:53