La trilogia americana di Philip Roth: quale America?

Martedì, 19 Febbraio, 2019
Ore: 
18.00

Philip Roth è stato uno degli scrittori più apprezzati dalla critica mondiale. Nato nel New Jersey nel 1933 è morto a New York nel 2018 lasciandoci una produzione letteraria fertile. Eterno candidato al Nobel non è mai riuscito a raggiungere l'ambito premio.
Cosa ci raccontano i suoi protagonisti dell'America?
Pia Masiero, docente di letteratura nord-americana all'università Ca' Foscari, ci condurrà in un viaggio che illumina geografie umane e paesaggi d'oltre oceano.

Tra le sue opere più note Pastorale americana (Einaudi); Lamento di Portnoy - (Einaudi); Zuckerman scatenato - (Einaudi); Everyman (Einaudi) La macchia umana - (Einaudi)

La trilogia americana di Philip Roth segna uno dei punti più alti della sua corposa produzione. Ne La pastorale americana (1997), Ho sposato un comunista (1998) e La macchia umana (2000), il suo amato alter ego, Nathan Zuckerman, ormai avanti con gli anni, mette la sua scrittura al servizio di tre formidabili uomini le cui storie si stagliano su momenti cruciali della storia americana del secondo dopoguerra. Nelle storie di Seymour Irvin Levov, detto lo svedese, Ira Ringold e Coleman Silk, leggiamo in filigrana temi cari alla scrittura di Roth, quali, l’identità degli ebrei-americani tra assimilazione e tradizione, il rapporto tra individuo e la sua comunità di appartenenza e la società americana nel suo insieme di miti fondativi e snodi storici (la guerra del Vietnam, il maccartismo, il razzismo). Entrare nelle pieghe della trilogia americana di Philip Roth significa sia ascoltare in profondità l’America del secondo novecento che cogliere il cuore della poetica del grande scrittore statunitense di recente scomparso attraverso lo scrittore Nathan Zuckerman che così tanto condivide con la biografia del suo creatore.    

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Ultimo aggiornamento: 13/02/2019 ore 18:03