Michele Catozzi

Venerdì, 21 Ottobre, 2022
Ore: 
17.30

Il lato oscuro di Venezia: le indagini del commissario Aldani
Michele Catozzi dialoga con Adriano De Grandis
 
Il suo commissario Aldani è un veneziano che odia turisti e grandi navi, sfreccia in laguna sul motiscafo in dotazione alla polizia, respirando a pieni polmoni l’aria salmastra che viene dal mare. E quando rientra a casa, si rifugia a meditare nella sua altana, osservando Venezia da un altro punto di vista: luogo unico e inimitabile, ma nello stesso tempo simile alle altre città nel momento in cui diventa la scena del crimine.
 
Personalità eclettica, scrittore, giornalista e informatico, il veneziano ormai trapiantato a Pesaro Michele Catozzi adora “le storie vere, magari prese dalla cronaca”. Ai quali poi lega memorie personali e ricordi, tra piccoli dettagli cari alla sua infanzia - come il ghiacciolo a 30 lire o le passeggiate con i compagni di Liceo alle Zattere - e i grandi eventi storici, come la Mala del Brenta, o le centinaia di operai del Petrolchimico di Porto Marghera morti di tumore.
Dai suoi esordi nel racconto nel 1994 alla nascita nel 2000 del personaggio del commissario Nicola Aldani della questura di Venezia, cui ha dedicato finora 4 romanzi – il recente “Muro di nebbia”, “Marea tossica”, “Laguna nera”, “Acqua morta” (editi da Tea) – Catozzi ha sempre cercato di agganciarsi “alla realtà” curando con attenzione i particolari, “per me essenziali: che si tratti di un racconto, di un romanzo, di un articolo giornalistico, di un post sul blog, sono alla ricerca perenne della massima veridicità di ciò che scrivo.
Sono i fatti stessi a farsi avanti come se a un certo punto dell’impostazione di un romanzo mi trovassi di fronte a scelte quasi obbligate”, con eventi e situazioni reali “che vanno a incasellarsi in modo naturale nella storia che sto costruendo. Come se fossero da sempre stati lì. Legge di attrazione, oserei dire”.
Il giallo, così, diventa uno strumento di indagine della realtà che lo circonda. Dove il male prende forme sempre inaspettate. “Chi di noi non resta affascinato dal male? Siamo umani, irrimediabilmente attratti dai lati oscuri, non soltanto dai nostri. Siamo attratti insomma da quelle “radici del male” che sembrano molto lontane e che invece sono così vicine al punto che chiunque potrebbe trasformarsi in un mostro”.

 

 
Mostra altro

Ultimo aggiornamento: 20/10/2022 ore 09:07