Giovanni Morbin. Campo di ricerca
Campo di ricerca
a cura di Daniele Capra
Fondazione Bevilacqua La Masa, Dorsoduro 2826, Venezia
15 dicembre 2023 – 11 febbraio 2024
dal martedì alla domenica, dalle 12 alle 17
la mostra sarà chiusa martedì 26 dicembre
ingresso libero
Fondazione Bevilacqua La Masa a Venezia, nella sede di Palazzetto Tito, presenta Campo di ricerca, la mostra personale di Giovanni Morbin (Valdagno, Vicenza, 1956), body artist tra i più significativi del panorama italiano contemporaneo, a cura di Daniele Capra. Il progetto è costituito da una trentina di lavori realizzati a partire dalla fine degli anni Ottanata, da nuove opere realizzate in site-specific per gli spazi della Fondazione e performance immaginate per la città lagunare. A partire dall’approccio libero e anticonformista dell’artista, la mostra analizza l’ampiezza dei campi di ricerca di Morbin, la cui pratica spazia dall’azione a opere di natura oggettuale. La mostra mette in luce i cambiamenti e le smagliature del tessuto dell’ordinario attraverso opere come Materia cedevole al tatto, che registra la modificazione plastica del corpo dell’artista in seguito a un incidente, oppure After Szeemann, aspirapolvere che è stato impiegato nello studio del celebre curatore svizzero spesso scambiato dal pubblico come un oggetto abbandonato nello spazio espositivo. Lavori inediti come Manomissore, un volume in cemento osseo che rappresenta lo spazio vuoto tra le mani dell’artista, testimoniano invece l’interesse verso la postura e le abitudini comportamentali, mentre la serie dei Ritratti cambia l’idea di somiglianza, basandosi non tanto sulle qualità fisiognomiche del soggetto, ma sull’impiego del suo tessuto ematico. Tra le opere in mostra realizzate per Venezia spiccano anche i Bianchi, dei dipinti realizzati strappando l’intonaco nello spazio espositivo (con le modalità tipiche del restauro), che rappresentano a tutti gli effetti il capovolgimento dell’attività pittorica.
Giovanni Morbin (Valdagno, Vicenza, 1956) si diploma all’Accademia di Belle Arti di Venezia dopo aver seguito il corso di pittura nel laboratorio di Emilio Vedova. Dalla fine degli anni Settanta la sua ricerca è legata allo studio del comportamento, che viene preso in esame attraverso performance realizzate in prima persona dall’artista e da opere di natura scultorea, che spesso assumono la forma di oggetti funzionali assurdi e destabilizzanti. Nel 1995 fonda Superficie Totale, contenitore del suo agire, e a partire da quel momento le sue performance sono denominate Ibridazioni, poiché caratterizzate di volta in volta dalla compagnia animale, vegetale, minerale e artificiale. Dal 2002 inizia la serie Non sto più nella pelle, ritratti su commissione eseguiti con il fluido ematico dello stesso committente, nella quale il corpo prende una forma liquida e diventa elemento di scrittura, di segno e di traslazione del volume al di fuori del propri limiti corporei. Tra le opere più significative della sua produzione Scultura sociale, lavoro in costante divenire costituito da elementi modulari in metallo, liberamente componibili, che si possono accoppiare con sedie, tavoli, porte o armadi, interagendo con con il contesto in forma funzionale e visiva.
Ha realizzato performance ed esposto al Centro d’Arte Lazareti, Dubrovnik; Mart, Rovereto; Museo di Villa Croce, Genova; Quadriennale, Roma; MMSU Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Rijeka; Museo Marino Marini, Firenze; Cabaret Voltaire, Zurigo; Galleria Civica, Trento; MACRo, Roma; Centrale Fies, Dro; KBC Centro Culturale Beograd, Belgrado;
Fondazione Berengo, Venezia; Fabbrica Rosa Ex Archivio Szeemann, Locarno; Palazzo Forti, Verona; Museo MAGA, Gallarate; Mestna Galerija, Lubiana; Viafarini, Milano. Vive a Cornedo Vicentino (VI).