Rischio di incidente rilevante di origine industriale
Il rischio industriale è un rischio imprevedibile, non c'è modo di prevedere quando accadrà e in quanto tale, nel momento in cui avviene un evento, si è già in fase di emergenza.
E' associato alla presenza di attività industriali, che possono costituire fonti di pericolo per l'uomo e per l'ambiente: infatti le attività a rischio di incidente rilevante sono individuate in base alla pericolosità e alle quantità di sostanze, preparati e prodotti, utilizzati, manipolati o depositati nello stabilimento.
Le attività industriali, che prevedono l'utilizzo di sostanze pericolose, sono soggette ad una specifica normativa europea, consolidata nel tempo anche a livello nazionale e regionale, evolutasi a seguito dell'incidente avvenuto nel 1976 a Seveso, in Lombardia, fino al D.Lgs. 105/2015. Sui gestori delle attività industriali a rischio di incidente rilevante ricadono numerosi obblighi, tra cui quello di presentazione all'autorità competente della documentazione che attesti l'avvenuta valutazione dei rischi connessi all'attività.
Dalla documentazione presentata dai gestori, si sono desunte le tipologie di incidenti che possono verificarsi in detti stabilimenti: incendi, esplosioni e rilasci di sostanze tossiche.
Va rilevato che si possono verificare situazioni di panico collettivo, che suscitano un elevato livello di allarme sociale, anche se non ci sono effetti diretti sulla popolazione. Il panico va in ogni caso gestito attraverso la comunicazione tempestiva e corretta su quanto è successo o sta succedendo e sui comportamenti più appropriati da adottare.
Il territorio coinvolto e la prevenzione del rischio
Per la definizione di questo rischio sono stati considerati gli effetti prodotti sulla popolazione da eventuali incidenti che si possono verificare negli stabilimenti soggetti agli adempimenti previsti dalla legge "Seveso", localizzati nella Zona Industriale di Porto Marghera (11) e nel comune di Martellago (1), confinante con il territorio di Venezia.
La normativa definisce 3 diverse aree a rischio:
- PRIMA ZONA o area di sicuro impatto. Rappresenta la zona nelle immediate vicinanze dello stabilimento ed è generalmente esposta a effetti sanitari gravi e irreversibili.
- SECONDA ZONA o area di danno. Rappresenta una zona dove le conseguenze dell’incidente sono ancora gravi, in particolare per alcune categorie a rischio (bambini, persone anziane o malate, donne in gravidanza).
Sia la PRIMA che la SECONDA ZONA rientrano quasi completamente nel perimetro della zona industriale.
- TERZA ZONA o area di attenzione: è caratterizzata dalla possibilità di una ricaduta di effetti lievi e danni reversibili, generalmente non gravi anche per i soggetti particolarmente vulnerabili, o comunque da reazioni fisiologiche che possono determinare situazioni di turbamento tali da richiedere provvedimenti anche di ordine pubblico.
La TERZA zona o area di attenzione coincide quasi esclusivamente con il territorio di Malcontenta e della Municipalità di Marghera. In questa zona, con l'obiettivo di tutelare maggiormente la popolazione esposta, vengono periodicamente effettuate campagne informative per educare la popolazione a comportamenti corretti da adottare in caso di emergenza.
Cosa fa la Protezione Civile?
A seguito del verificarsi di un incidente con rilascio di sostanze tossiche da un impianto industriale, il responsabile dello stabilimento o deposito deve comunicare immediatamente la natura e l’entità dell'evento, forma e quantità della sostanza rilasciata, nonché i provvedimenti adottati o in corso di adozione, ai seguenti enti: Prefettura, Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, SUEM 118, Comune, Regione.
Valutata la situazione il Sindaco, in accordo con il Prefetto, dispone l'attivazione del sistema di allertamento della popolazione ("sirene"), integrando la comunicazione anche mediante altri sistemi di comunicazione massiva (invio di sms, radio e tv locali, sito internet del Comune, social network). Il sistema sonoro di allertamento viene attivato da un modulo di comando situato presso la sala operativa dei Vigili del Fuoco di Venezia (presidiato H24). Tale sistema è composto da più sirene (6), dislocate in modo da coprire acusticamente la zona di attenzione.
Il Sindaco, in accordo con il Prefetto e i componenti della Sala Operativa Unica, situata presso il Comando dei Vigili del Fuoco di Venezia, provvede quindi ad attivare le strutture comunali operative di Protezione Civile e alla continua e corretta informazione ai cittadini, compresa la notizia del "cessato allarme". Le Forze dell'Ordine, coadiuvate dalla Polizia Locale, attivano le procedure per la chiusura degli accessi e per il controllo della viabilità in uscita dalla zona interessata dall'evento.
Cosa deve fare il cittadino in caso di incidente industriale?
L'allarme è annunciato con il suono di una sirena che ripete tre segnali di un minuto, intervallati da brevi pause.
In caso di allarme occorre seguire i comportamenti elencati qui di seguito:
- mantenere la calma;
- chiudersi in casa o rifugiarsi al chiuso, non uscire fino al termine dell'emergenza. Tenete presente che i bambini a scuola sono assistiti dal personale addetto, preparato per affrontare anche queste situazioni;
- se si è in automobile è bene fermarsi, chiudere i finestrini e spegnere il condizionatore;
- se si è in un edificio, chiudere porte e finestre, spegnere i sistemi di ricambio dell’aria collegati con l’esterno;
- seguire TV, radio locali, sito internet e social network del Comune di Venezia per seguire le istruzioni e tenersi informati sull'evoluzione dell'emergenza;
- utilizzare il meno possibile le linee telefoniche che devono essere lasciate a disposizione dei soccorritori.