Si alza il sipario della XXXVIII Stagione di musica da camera e sinfonica di Mestre al Teatro Toniolo, a cura dell’Associazione Amici della Musica di Mestre, con la direzione artistica di Mario Brunello. Il concerto di domenica 19 novembre alle ore 17.00 è un evento unico: il concerto–maratona 26 mani d’oro: Massimo Somenzi e la sua scuola pianistica - una storia del duo pianistico con un maestro e dodici allievi. Grande maestro e concertista di chiara fama, Massimo Somenzi suonerà insieme a dodici dei suoi migliori allievi, in un repertorio per pianoforte a quattro mani e per due pianoforti di ampio respiro, articolato in tre parti distinte (dalle 17.00 alle 18.30, dalle 19.00 alle 20.30 e dalle 21.00 alle 22.30). Il pubblico potrà assistere liberamente all’intero concerto oppure a parti di esso, entrando in sala durante gli intervalli.
Dodici allievi per un maestro. Una gioia immensa e una grande soddisfazione poter suonare in una stessa sera con alcuni dei miei allievi tra i tanti che si sono diplomati con me nel corso dei miei anni di insegnamento in Conservatorio, a Castelfranco Veneto e a Venezia. Un repertorio, quello del duo pianistico, che ha rappresentato uno dei punti di forza della mia vita di pianista. Innumerevoli i miei partner, citarli tutti sarebbe troppo lungo. A loro va la mia riconoscenza per aver condiviso con me le mie esperienze di duo, evidentemente un destino, iniziato fin da bambino e mai più abbandonato. Il piacere delle quattro mani dove la vicinanza del partner, un vero gemello siamese, ci costringe a coordinare ogni movimento con grande attenzione e dove la ricerca di un equilibrio, difficile, risulta delicata quasi quanto in un rapporto affettivo. La gioia dei due pianoforti dove l’equilibro va trovato in un contesto di maggiore autonomia, anche visiva, dei due partner e dove la dialettica assume talvolta il carattere di una armoniosa sfida. Ancora i miei allievi, tanto cresciuti, alcuni distanti nel tempo ma dei quali conservo un ricordo di una vivezza impressionante, le loro personalità, il loro talento, il loro crescere contemporaneamente nella vita e nella musica, i loro rapporti con me fatti di scontri e di incontri, persino i brani che più li hanno caratterizzati nei loro anni di studio. Il manipolo dei 12 che mi accompagnano in questo progetto ne è il migliore esempio possibile. Alessandro Misciasci, ora docente al Mozarteum di Salisburgo, è stato il mio primo vero allievo che ha iniziato a studiare con me prima ancora che io mi diplomassi ed è anche stato il primo dei miei allievi a conseguire il diploma con lode. Luca De Marchi, docente a Oslo, e Nella Hristova, la mia prima allieva arrivata dall’estero e poi rimasta in Italia, entrambi diplomati nei miei anni di docenza a Castelfranco, docenza che per poco più di un decennio si è interrotta per lasciare il posto alla mia fondamentale esperienza di direttore di Conservatorio. E poi i miei allievi di Venezia: Aredion Lici, Sandro Manarin, Lorenzo Visentin, Guido Seguso e ancora Stefano Menegus, Gabriele Iorio, Dario Falcone e Lorenzo Padrin, questi ultimi quattro diplomati nell’ultimo mio anno di insegnamento, per arrivare infine a Maya Oganyan, non ancora diplomata, che ho lasciato al Conservatorio di Venezia come una sorta di passaggio di testimone. Questa sera il mio ringraziamento va prima di tutto a loro che mi hanno donato la gioia di essere qui.
Qualche parola sul repertorio. Una vera e propria, breve ma essenziale, storia del duo pianistico. Nell’esecuzione ho mescolato con un po’ di fantasia, volendo evitare un banale ordine cronologico, alcuni brani che ritengo importanti per comprendere lo sviluppo di questo affascinante genere musicale. Vediamoli invece cronologicamente. Mozart e la Sonata KV 497, una composizione sconvolgente, uno dei capolavori assoluti del genio Salisburghese. Schubert e la Fantasia in fa minore, irresistibile. Schumann e gli Studi op.56, nati per pianoforte con pedaliera e trascritti per 2 pianoforti da Debussy. Brahms e le Variazioni op.23 sul tema che Schumann vaneggiava di aver ricevuto dagli spiriti di Schubert e Mendelssohn. La Sonata di Goetz, un compositore per lo più più sconosciuto morto giovanissimo, un brano meraviglioso che ho scoperto per caso qualche anno fa. Le bellissime Leggende op.59 di Dvorak, uno dei miei brani preferiti. Il Prélude à l'après-midi d'un faune, sconvolgente composizione per orchestra di Debussy, una vera e propria pietra miliare della storia della musica, in una magistrale versione per due pianoforti dello stesso autore. Il
mondo incantato di Ma mère l’Oye di Ravel, un altro capolavoro. Casella, uno dei maestri della mia adorata insegnante Maria Italia Biagi, qui splendidamente rappresentato dalle Pagine di guerra, quattro brevi ma intensi “film musicali” ispirati alla Prima guerra mondiale. Lutoslawski, che dopo Liszt, Brahms e Rachmaninov ha rimaneggiato brillantemente uno dei più famosi Capricci di Paganini. Poulenc e la Sonata per due pianoforti, dedicata a uno dei duo pianistici più famosi, Gold & Fizdale. Per finire la Sonata di Vine, brano di difficoltà entusiasmante di uno dei più interessanti compositori viventi.
Un repertorio ideale per consentire a un maestro di suonare con i suoi allievi, una occasione unica e irripetibile che ci accingiamo a realizzare grazie agli Amici della Musica di Mestre. Una maratona musicale ma anche una maratona di emozioni. (Massimo Somenzi)
Massimo Somenzi, veneziano, ha studiato pianoforte con Maria Italia Biagi, illustre allieva di Rio Nardi e Alfredo Casella. Si è diplomato al Conservatorio “Benedetto Marcello” di Venezia con il massimo dei voti, la lode e la menzione speciale di merito vincendo inoltre il premio “M. Mazza” quale migliore allievo della Scuola di Pianoforte. Ha studiato Musica da camera con Sergio Lorenzi, Franco Rossi e Antonio Janigro. Si è perfezionato al “Mozarteum” di Salisburgo e alla “Association Musicale de Paris” dove ha ottenuto un “Premier Prix” di Musica da camera.
Vincitore di numerosi premi in concorsi nazionali e internazionali, nel corso della sua intensa attività concertistica in formazioni da camera con illustri strumentisti internazionali, come solista e con orchestra, ha suonato nelle sale più prestigiose d’Italia (Teatro alla Scala e Sala Verdi di Milano, Teatro La Pergola di Firenze, Teatro Grande di Brescia, Accademia Chigiana di Siena, Teatro La Fenice di Venezia, Sala Verdi di Torino, Teatro Comunale di Bologna, Teatro Olimpico di Roma), Francia (Auditorium del Museo del Louvre a Parigi), Austria (Musikverein di Vienna), Giappone (Bunka Kaikan di Tokyo), Spagna, Germania, ex Iugoslavia, Stati Uniti d’America, Bulgaria, Turchia, Albania, Canada, Portogallo, Cina, ex Unione Sovietica.
Il suo repertorio comprende 450 composizioni eseguite in pubblico. Appassionato mozartiano, ha eseguito del Salisburghese la maggior parte della musica da camera con pianoforte e dei Concerti per pianoforte e orchestra, l’integrale delle Sonate, Fantasie e Rondò per pianoforte e l’integrale delle composizioni per duo pianistico. Ha svolto intensa attività concertistica in Duo con il violoncellista Mario Brunello, Premio Ciaikovsky, fin dal 1980. Da allora i due musicisti hanno suonato insieme in 200 concerti. Suona regolarmente in Duo con il pianista statunitense Gustavo Romero, Premio Clara Haskil, con il quale ha più volte eseguito negli Stati Uniti e in Italia programmi monografici o integrali delle opere per duo pianistico di Mozart, Clementi, Schubert. Ha fatto parte di giurie di importanti Concorsi nazionali e internazionali e tiene regolarmente corsi di perfezionamento di pianoforte e di musica da camera in Italia e all’estero. È stato per 12 anni direttore del Conservatorio “Agostino Steffani” di Castelfranco Veneto e per 18 anni docente di pianoforte al Conservatorio “Benedetto Marcello” di Venezia. Nel corso della sua attività di docenza ha diplomato un’ottantina di allievi, moltissimi dei quali con il massimo dei voti, con lode, con menzione speciale di merito.
Massimo Somenzi “è” un pianista, non “fa” il pianista. Lo si comprende subito dalla musica che da sempre porta con sé, nei programmi dei concerti, nelle classi del Conservatorio o Master dove insegna e nelle collaborazioni con innumerevoli musicisti. La sua musica è sempre alla ricerca del dialogo, della condivisione di scoperte melodiche e armoniche da mettere in evidenza per il piacere del suono e dell’ascolto. Anche in musiche poco frequentate o ritenute minori, la sua lettura è principalmente rivolta a cercare di svelare, con la convinzione di chi crede in tutta la musica, segreti, embrioni di idee, raffinatezze da usare poi come elementi per costruire architetture sonore. (Mario Brunello)