Convegno internazionale "Il patrimonio culturale. Scenari 2015"
Da giovedì 26 a sabato 28 novembre 2015 si è tenuto a Venezia il convegno internazionale “IL PATRIMONIO CULTURALE. SCENARI 2015” come l’immaginario dei singoli, delle comunità e dei gruppi, dell’umanità.
Evento aperto alla cittadinanza.
Ingresso libero fino ad esaurimneto dei posti disponibili.
Il convegno è stato articolato in 5 sessioni di studio ed ha più sedi:
- SESSIONE 1: giovedì 26 novembre 9.45-12.50 in Aula Baratto nella sede principale dell'Università Ca' Foscari di Venezia (Dorsoduro 3246)
- SESSIONE 2: giovedì 26 novembre 14.30-18.30 in Aula Baratto nella sede principale dell'Università Ca' Foscari di Venezia (Dorsoduro 3246)
- SESSIONE 3: venerdì 27 novembre 9.00-12.45 in Aula Baratto nella sede principale dell'Università Ca' Foscari di Venezia (Dorsoduro 3246)
- SESSIONE 4: venerdì 27 novembre 14.45-18.30 in Scoletta di San Rocco (San Polo 3052)
- SESSIONE 5-sottosessione I: sabato 28 novembre 8.45-10.30 in Aula Morelli a Palazzo Malcanton Marcorà (Dorsoduro 3484/D, Calle Contarini)
- SESSIONE 5-sottosessione II: sabato 28 novembre 11.00-13.45 in Aula Baratto nella sede principale dell'Università Ca' Foscari di Venezia (Dorsoduro 3246)
Venezia si presenta come ambiente ideale per tale Convegno: la città infatti non è solo un contenitore di patrimonio tangibile straordinario, miracolosamente risalente nel tempo, ma è anche un laboratorio di pratiche che negli ultimi anni animano un processo importante di auto-riconoscimento nel vissuto di comunità patrimoniali. A tale processo non manca di dare il suo contributo la comunità scientifica.
Il Convegno si colloca all’interno di una serie di iniziative lanciate negli ultimi anni a Venezia, singolarmente o più spesso in cooperazione tra loro, dai seguenti soggetti:
- CESTUDIR Centro Studi sui Diritti Umani dell'Università Ca’ Foscari,
- m.a.c.lab Laboratorio di Management delle Arti e della Cultura dell'Università Ca’ Foscari,
- Scuole storiche di Venezia,
- Fondazione “Venezia per la Ricerca sulla Pace”,
- Europe Direct del Comune di Venezia
Ciò anche avvalendosi della collaborazione degli enti territoriali che hanno rilanciato a Venezia il tema del patrimonio culturale, tangibile e (soprattutto) intangibile.
Il Convegno si qualifica tuttavia rispetto alle iniziative che l’hanno preceduto per la sua natura non lineare: è insomma un Convegno pluritematico. Mentre esplode la centralità delle problematiche legate al patrimonio culturale, si rende necessaria una riflessione ambiziosa e ad ampio raggio: Scenari 2015 quindi che, senza confini rigidi tra i diversi temi, chiamano al confronto tra discipline (diritto, economia, antropologia, filosofia/estetica, storia, arti…).
In particolare, la prima sessione ha affrontato i profili drammatici del ruolo che il patrimonio esercita nei moderni conflitti: nel disordine della globalizzazione, la sua distruzione si carica di una rinnovata valenza negativa, che è insieme programmatica e simbolica, come distruzione della identità e della memoria dell’altro. Ciò impone di tornare a studiare ed approfondire tematiche che parevano troppo semplicisticamente già acquisite (tutela del patrimonio nei conflitti armati, appropriazione versus restituzione, insorgenze identitarie intolleranti).
Di converso, nella seconda sessione si è guardato alla patrimonializzazione dal punto di vista dello sviluppo delle comunità patrimoniali. Viviamo infatti, talora involontariamente, da protagonisti dello sviluppo di processi partecipativi e di identificazione che chiedono di essere approfonditi nella loro natura e portata; ciò in un quadro caratterizzato dall’entrata in vigore di nuovi strumenti giuridici, a livello universale (UNESCO) e regionale (Consiglio d’Europa: le Convenzioni di Firenze e, soprattutto, di Faro). Di più: sembra evidente che il diritto al patrimonio culturale si impone come diritto umano a tutto tondo, ma… quale il nesso tra dimensione individuale e dimensione collettiva (frazionaria) di tale diritto? Quali le novità introdotte nel quadro classico della tutela dei diritti delle minoranze? Ancora, può il processo di patrimonializzazione spostare in avanti in maniera decisiva il discorso, oggi alquanto bloccato, sui beni comuni?
A questi primi scenari aperti sul dibattito teorico seguono allora, di necessità, temi più concreti riguardanti anche il comportamento e le pratiche delle istituzioni dedicate e delle diverse comunità culturali, sociali ed economiche, nelle rimanenti due sessioni. Nell’ambito di queste la dimensione museale viene in evidenza, in tre diverse articolazioni: nel rapporto tra Musei e paesaggi, nel rapporto tra Musei e comunità patrimoniali emergenti a livello nazionale come transnazionale, ma pure tra Musei e istituzioni (sub-nazionali, nazionali, internazionali). Tra queste ultime assumono importanza, in misura crescente, gli International Treaty Bodies che operano nel settore con la loro capacità interpretativa e di creazione di rete.
Di converso, a partire da una realtà presente sul terreno da secoli come quella delle Scuole Grandi e storiche di Venezia il discorso assume anche una valenza veneziana (e veneta) precisa nel momento in cui ci si interroghi sul possibile ruolo futuro delle Arciconfraternite/Scuole Grandi e storiche di Venezia nella salvaguardia e tutela del patrimonio culturale.
Proprio a partire da questa realtà va infine riconsiderato e approfondito il tema della tutela, trasmissione, valorizzazione sostenibile delle culture e dei saperi specifici e particolari di un'area o comunità. Conoscenze, pratiche, strutture produttive e sociali che mettono radici, dando luogo a filiere e assetti del territorio unici, possono mantenersi e svilupparsi se rinnovano costantemente le condizioni che permettono loro la vitalità e la capacità di creare valore. Anche in questo caso, Venezia si impone per lo spazio che produzioni tradizionali e artigianato artistico di qualità ancora giocano nella città: quali, ad esempio, quelle legate all’ambiente lagunare. Alla questione del se possano questi saperi e pratiche interpretaretare, nel prossimo futuro, un ruolo paradigmatico è dedicata l’ultima sessione del Convegno. Ci si chiederà allora quali forme di governance e gestione, tra individualità e collettivo, privato e pubblico, possano garantire al patrimonio culturale di Venezia, a Venezia stessa cioè, vitalità e nuovo sviluppo.
Le risposte saranno decisive per le sorti della città, e non solo di questa.