Concerto d'Europa
VENERDÌ 31 MAGGIO
CONCERTO D'EUROPA
dalle ore 17.00 alle 18.30 presso il Conservatorio Benedetto Marcello
San Marco 2810, Venezia
Ingresso libero fino ad esaurimento posti
Il conservatorio Benedetto Marcello
Il conservatorio benedetto Marcello è ospitato nel più grande palazzo patrizio di Venezia, Palazzo Pisani, in campo Santo Stefano, a poca distanza da piazza San Marco, cuore della città. In questa cornice ricca di storia, sede di una delle biblioteche più importanti d'Italia e di un museo che conserva manoscritti e strumenti e strumenti antichi, si svolge la formazione quotidiana di studenti provenienti da tutto il mondo e una produzione artistica intensa e in continua evoluzione. L'ambia offerta didattica spazia dal ricchissimo ventaglio di proposte nell'ambito della musica antica, a una costntemente aggiornata scuola di musica elettronica, dotata di sofisticate apparecchiature all'avanguardia. Il vivace interscambio con varie nazioni appartenenti alla comunità europea, grazie ai progetti Erasmus, concretizza la vocazione e il carattere internazionale del conservatorio di venezia, favorita da un esclusivo contesto culturale che consente collaborazioni con enti come l'Accademia di Belle Arti, il teatro La Fenice, la Biennale, l'Università ca' Foscari, la Fondazione Cini e tanti altri ancora.
Davide Amodio, violinista, musicologo, compositore
Primo violino al Teatro dellʼOpera di Roma e al Teatro La Fenice di Venezia, ha inciso il suo primo disco per la Deutsche Grammophon con Claudio Abbado nel 1981. Ha suonato nelle più importanti sale del mondo come il Musikverein di Vienna, il Lincoln Center di New York e la Royal Albert Hall di Londra. Per oltre un trentennio, sulla base di un approfondito studio delle tecniche storiche, ha suonato strumenti originali. Tra decine di incisioni discografiche segnaliamo: “Kreutzer time”, nuova interpretazione della sonata a Kreutzer di L. V. Beethoven, per la Phaedra di Bruxelles. Ha composto “Dianaballo”, “Jacksontime”, “E come il vento” (2014); “Le Quattro stagioni di William Shakespeare” (2016) in collaborazione con A. Giorgi del dipartimento di Scienze del Linguaggio di Ca’ Foscari. Ha pubblicato articoli per la Springer Verlag, e riviste come “Abitare la Terra”, “Per Archi”. È docente di quartetto, musica d’insieme per archi, analisi dell’interpretazione, improvvisazione, al Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia. Ha tenuto master class a Vienna, Oslo, Parigi, Stoccolma.
L. V. Beethoven Quartetto op.132
Beethoven nel 1822 ricevette la richiesta dal principe Galitzin di scrivere dei quartetti proprio quando egli stesso desiderava tornare a farlo. Questa commessa ebbe come frutti l’op. 127, 132 e 130. Nello stesso tempo stava terminando la IX sinfonia e la Missa Solemnis. Nel settembre del 1825 vi fu la prima esecuzione del quartetto op. 132 in forma privata eseguita dal quartetto Schuppanzig. Dopo l’esecuzione Beethoven improvvisò al pianoforte per una ventina di minuti benché a quell’epoca il suo udito fosse già completamente compromesso. La Heiliger Dankesang dell’op. 132 con la sua doppia invocazione della divinità e del modo lydio, rischia di dare l’immagine di un compositore malato che invecchiando cerca nella storia della musica uno stile più “puro” per esprimere qualche convinzione religiosa, ma il sapore arcaico di una buona parte di questo meraviglioso movimento, sembra più vicino alla visione idealizzata che si aveva nel XVIII/XIX secolo della polifonia religiosa del XVI secolo più che di una conoscenza diretta dello stile.
L. V. Beethoven L’inno alla Gioia (dalla IX Sinfonia), trascrizione per quartetto d’archi di Davide Amodio.
La IX sinfonia dedicata al re Federico-Guglielmo III di Prussia fu eseguita per la prima volta a Vienna il 7 maggio del 1824 al Kärtnertortheater con Shuppanzigh come primo violino e come direttore d’orchestra Umlauf e lo stesso Beethoven a indicare i tempi. La sala era completamente piena e ebbe un grandissimo successo. A scena aperta vi fu una grande ovazione e la mezzosoprano Unger chiese a Beethoven di girarsi per ricevere gli applausi che egli non sentiva. Qui si presenta il solo movimento del Corale Inno alla Gioia nella trascrizione di D. Amodio per quartetto d’archi.
Alcune foto del concerto:
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