ottobre/dicembre 2017 Candiani a tutto Groove
Dai nuovi talenti ai protagonisti della scena internazionale
Risale al 2006 la volontà di dare vita al Candiani a una proposta permanente di musica colta e, in quanto luogo del contemporaneo e spazio polifunzionale - come abbiamo più volte avuto modo di sottolineare - non poteva che puntare sulle musiche “di oggi”, con un occhio di riguardo alle contaminazioni tra i diversi linguaggi artistici. Allora si chiamava Jazz Groove e la programmazione era curata dall’Associazione Caligola, nel frattempo di strada ne abbiamo fatta molta, avvertendo, lungo il cammino, la necessità di ampliare i confini della nostra programmazione e la varietà delle proposte e dei generi musicali. Sotto il cappello di quello che è poi diventato Candiani Groove, molti sono gli artisti e i generi che si sono succeduti sul palco di un auditorium atipico nella struttura ma dall’ottima acustica, a detta dei musicisti stessi. Non pochi i protagonisti di rilevanza internazionale, senza però mai venir meno al nostro dovere di valorizzare e promuovere le produzioni italiane, locali e giovanili. Ed è proprio in quest’ottica che abbiamo deciso di dedicare ai giovani l’importante novità dell’edizione ottobre/dicembre del 2017 con Candiani Groove Junior, uno spazio riservato esclusivamente ai giovani talenti del territorio, musicisti già affermati a livello nazionale che hanno voglia di mettersi in gioco presentando un loro progetto personale. Come a esempio Marco Trabucco - contrabbassista e bassista elettrico - che in quintetto con Matteo Alfonso, Gianluca Carollo, Andrea Ghezzo, e Luca Colusso, il 21 ottobre presenterà A Long Trip/ With you, proponendo una rilettura del jazz e del blues in chiave africana. O come nel caso di Filippo Vignato -trombonista, improvvisatore e compositore nonché miglior nuovo talento del jazz italiano 2016 nel referendum Top Jazz di Musica Jazz - che in quartetto con Giovanni Guidi – già incontrato da protagonista nella passata stagione - Mattia Magatelli e Attila Gyarfas con Harvesting Minds ci conduce “all’origine delle motivazioni che ci spingono a suonare”.
La programmazione “ufficiale” prenderà il via venerdì 6 ottobre, con i Sex Mob, gruppo nato da una felice intuizione di Steven Bernstein che -con Briggan Krauss, Tony Scherr e Kenny Wollesen- per celebrare i vent'anni di attività porterà in tour Cultural Capitol . Nono album ma primo progetto interamente autoprodotto, composto esclusivamente da composizioni originali di Bernstein e concepito come "music for music lovers" . Bernstein ha spesso lavorato per il cinema, la radio e la televisione -ha diretto tra le altre cose la Kansas City Band per il film Kansas City di Robert Altman- e vanta collaborazioni con moltissimi artisti di primo piano della scena musicale americana tra i quali: Leonard Cohen, Aretha Franklin, Roswell Rudd, Sam Rivers, Medeski Martin & Wood, Don Byron, Lou Reed, Bill Frisell e Courtney Love.
Dalle sofisticate sonorità newyorchesi si passa, il 14 ottobre, alla World Music di Enzo Avitabile con il suo Acoustic World. In una speciale formazione in trio con Gialuigi Fenza e Emidio Ausiello, il polistrumentista e cantautore napoletano proporrà, in acustico appunto, una serie di brani prodotti dal 2003 a oggi: una musica che dalle influenze del ritmo africano passa attraverso la musica antica della pastellessa e della zeza fino ai canti sacri e al pop. Con alle spalle una carriera di oltre trent’anni, ha da poco ricevuto il David di Donatello come Miglior Musicista per aver composto le musiche di Indivisibili di Edoardo De Angelis e per la Migliore canzone originale con Abbi pietà di noi dello stesso film.
Scendiamo poi sempre più a Sud con I Dinamitri jazz folklore, giù fino a Timbuctu, con il jazzista livornese Dimitri Grechi Espinoza. Con lui Piero Gesuè, Emanuele Parrini, Beppe Scardino, Pee Wee Durante, Gabrio Baldacci, Andrea Melani e Simone Padovani, tutti insieme alle radici della cultura musicale tuareg come punto di arrivo di un viaggio all'indietro nelle varie connessioni del jazz con altre tradizioni musicali. E tutti insieme, il 29 ottobre, sul palco del Candiani presenteranno Exwide Live, l’ultimo dei numerosi dischi del gruppo.
Rimanendo sempre in Africa, il 4 novembre sarà la volta di un progetto concretamente a favore di questa terra. Il pianista Claudio Cojaniz presenterà infatti -assieme ad Alessandro Turchet, Luca Colussi, e Luca Grizzo- il nuovo cd Songs for Africa nato in collaborazione con l’associazione di cooperazione internazionale Time for Africa. Il ricavato delle vendite andrà a finanziare un progetto educativo per le famiglie dei minatori di Marikana in Sudafrica, perchè Cojaniz “crede nella musica impegnata” e in una sorta di “educazione sentimentale africana, tra jazz e blues”.
Si ritorna poi al centro del Mediterraneo il 19 novembre. Da una parte il Salento con Maria Mazzotta, una voce che fonde, come pochi eguali, classicità, dolcezza, aggressività, e potenza, già apprezzata in passato al Candiani con il Canzoniere Grecanico Salentino. Dall’altra sponda del mare Tirana, con Redi Hasa, anche lui già protagonista in passato sul palco del Candiani come pilastro della Bandadriatica. Ora stretto collaboratore di Ludovico Einaudi, Redi viene definito “il violoncello più creativo nell’area della musica adriatica, tra le sponde italiche e balcaniche”. Assieme presenteranno il nuovo disco di imminente uscita che racconta storie: del sud Italia e dei Balcani, delle genti della Vecchia Europa e dei migranti di ogni tempo e luogo, secondo il loro personale sentire in un gioco di tradizione, sperimentazione e improvvisazione.
Non ha invece bisogno di presentazione il Canzoniere Grecanico Salentino, il gruppo che ha fatto la storia della World Music italiana, gradito ritorno al Candiani il 2 dicembre. La band composta da Mauro Durante, Alessia Tondo, Silvia Perrone, Giulio Bianco, Massimiliano Morabito, Emanuele Licci e Giancarlo Paglialunga, presenterà l’ultima fatica, Quaranta, ancora in tour dopo innumerevoli spettacoli tra Stati Uniti, Canada, Europa e Medio Oriente.
Il 6 dicembre, spazio nuovamente al jazz newyorkese, per un’altra celebrazione. Gli Human Feel: Chris Speed, Andrew D’Angelo e Kurt Rosenwinkel, capitanati da Jim Black festeggiano quest’anno i trent’anni di attività. L’ultimo loro lavoro discografico è un Ep, Party favor, pubblicato nel 2016.
Il 15 dicembre sarà la volta di una band davvero esplosiva: multilingue, cosmopolita, colorata, la loro musica annulla ogni confine. Stiamo parlando dei Terrakota, di origine portoghese, anche se il primo seme è stato piantato nel ‘99 in Burkina Faso, il loro lavoro riunisce insieme diversi popoli, lingue e culture: portoghese, creolo, wolof, spagnolo inglese e arabo, ritmi afrocubani, soukous, samba funk reggae, chimurenga e perfino musica indiana. Assolutamente da non perdere.
Chiuderà il ciclo, il consueto appuntamento natalizio con la musica religiosa afroamericana… stay tuned!
Elisabetta Da Lio